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SVIZZERACoronavirus in Svizzera: parola agli esperti della Confederazione

12.11.20 - 14:22
Oggi nel nostro Paese ci sono stati altri 6'924 casi di coronavirus, con 280 ricoveri e 94 decessi
keystone-sda.ch (ANTHONY ANEX)
Martin Ackermann.
Martin Ackermann.
Coronavirus in Svizzera: parola agli esperti della Confederazione
Oggi nel nostro Paese ci sono stati altri 6'924 casi di coronavirus, con 280 ricoveri e 94 decessi
«Il numero dei decessi è in aumento» avverte Virginie Masserey, dell'UFSP

BERNA - Le cifre sono ancora alte, ma negli ultimi giorni si nota una certa stabilizzazione della crescita delle infezioni da Covid-19 nel nostro paese. L'obbiettivo è ora quello di dimezzare il numero di contagi giornalieri almeno ogni 2 settimane, in modo da arrivare nel 2021 con meno di 500 casi al giorno.

Nel frattempo, l'esercito è pronto a dare una mano nei Cantoni che più ne hanno bisogno, tra cui il Ticino, e l'attenzione nei confronti delle misure igieniche deve rimanere ad un livello massimo, perché nessun obiettivo è ancora stato raggiunto e non ci si può assolutamente rilassare.

Sono solo alcune delle indicazioni emerse da Berna, dove ha oggi avuto luogo la consueta conferenza informativa sul coronavirus, in cui viene fatto il punto della situazione.

Durante la conferenza stampa di oggi sono intervenuti Martin Ackermann, presidente della Task force Covid-19 della Confederazione; Rudolf Hauri, presidente dell’Associazione dei medici cantonali; Nora Kronig, capo del dipartimento internazionale presso l'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP); il divisionario Yvon Langel, comandante della divisione territoriale 1 dell'esercito svizzero; Virginie Masserey, capo della sezione controllo delle infezioni dell'Ufficio federale di Sanità Pubblica e Andreas Stettbacher, incaricato del Consiglio federale per il servizio sanitario coordinato.

La situazione in Svizzera - Le cifre sono ancora alte, secondo Virginie Masserey, dell'UFSP. «Il numero dei decessi è in aumento» ha avvertito l'esperta, che ha sottolineato che l'incidenza media in Svizzera è di 1'120 casi ogni 100'000 abitanti.

Fortunatamente, ha poi aggiunto Masserey, non è ancora stato raggiunto il limite della capacità dei test. Si spera inoltre che la tendenza, che indica una stabilizzazione, possa significare che le misure stiano funzionando: ma non ci si deve ancora lasciare andare.

Masserey ha infine spiegato che il contact tracing è attualmente al limite. Pertanto, non si dovrebbe aspettare solo il lavoro dei Cantoni, ma concentrarsi sui possibili contatti che sono avvenuti e informare le persone coinvolte.

L'esercito è pronto - Il divisionario Yvon Langel ha poi preso parola, spiegando che l'esercito si sta mobilitando per intervenire. «Abbiamo mobilitato 2'200 truppe per sostenere i servizi sanitari, tra loro anche dei volontari» ha detto Langel, ringraziando tutti coloro che sono in servizio.

Nei Cantoni che ne fanno richiesta, ci sarà una mobilitazione a sostegno di ospedali e strutture sanitarie. Attualmente si sta chiarendo in che misura le truppe possano essere schierate nell'intervento previsto nel Canton Ticino, dopo gli interventi in diversi Cantoni della Svizzera romanda. 

L'esercito sta poi ancora cercando volontari, ha spiegato il divisionario: «Due compagnie intere entreranno in servizio domenica». «L'esercito c'è quando i Cantoni ne hanno bisogno» ha concluso Langel. 

Collaborazione tra Cantoni - Rudolf Hauri ha in seguito commentato la cooperazione a livello intercantonale. «La cooperazione funziona fondamentalmente bene, anche se a volte c'è qualche problema», ha detto Hauri. C'è comunque uno sforzo continuo e congiunto per mantenere il sistema efficiente. «Ad esempio», ha spiegato l'esperto, «c'è un regolare scambio di pazienti nei reparti in terapia intensiva».

Per quanto riguarda il contact-tracing: «Il lavoro è ripartito», anche se non è ancora al 100%. L'attenzione, per ora, si concentra su determinati gruppi, ad esempio nelle scuole o nello sport. 

Hauri ha poi descritto la situazione dal punto di vista dei Cantoni, spiegando che il virus circola ancora, nonostante la stabilizzazione prospettata. «Nel settore ospedaliero non sappiamo cosa aspettarci» ha detto, «ecco perché il rispetto delle regole rimane fondamentale».  

«Siamo ancora in una situazione a rischio» - La parola è poi passata a Martin Ackermann, che ha fatto un confronto con ottobre. «Il valore R attuale è di 0,86, ed è un dato positivo». Tuttavia, è possibile che sia in realtà più alto, in quanto il numero di tamponi positivi è ancora molto elevato. Per quanto riguarda gli altri fattori, come i ricoveri in ospedale e i decessi, la crescita è in leggera diminuzione.

«È possibile che ci troviamo in una transizione in cui il numero di contagi e ricoveri è in calo, ma abbiamo bisogno di un declino ancor più netto. Siamo ancora in una situazione a rischio. Le capacità ospedaliere sono tuttora in una fase critica». 

Ciò che è fondamentale ora, per Ackermann, è alleggerire il peso sugli ospedali. Ma anche sul posto di lavoro e nelle scuole i rischi d'infezione devono diminuire.

L'obbiettivo dev'essere quello di un dimezzamento dei nuovi casi ogni due settimane, in modo tale che entro l'anno nuovo i nuovi contagi giornalieri possano tornare sotto la soglia di 500. «Voglio essere onesto», ha aggiunto l'esperto, in questo modo «non avremo raggiunto l'obiettivo, ma perlomeno avremo una prospettiva per l'anno nuovo». Per raggiungere tale numero, il valore R dovrebbe scendere al di sotto dello 0,8 o, meglio ancora, dello 0,7.

Gli esperti rispondono ora alle domande dei giornalisti

Negli ultimi giorni ci sono state sempre più accuse contro la Task Force. Come rispondete?
«La task force è interdisciplinare», ha risposto Ackermann, «abbiamo con noi anche degli economisti, perché è fondamentale considerare tutte le prospettive rilevanti. Salute, economia e libertà vanno di pari passo».

La Romandia (e il Ticino) sono più colpiti della Svizzera tedesca. Come giustificate le differenze cantonali?
«Non abbiamo spiegazioni che possano chiarire il motivo di queste differenze» ha detto Masserey, «il virus racchiude molti misteri. Un aspetto è forse la vicinanza alla Francia, ma è possibile abbiano un ruolo anche le differenze dal punto di vista culturale».

Anche i medici di famiglia e i farmacisti saranno autorizzati a vaccinare le persone?
«La responsabilità è dei Cantoni», ha spiegato Masserey, «dipende anche dal tipo di vaccino che verrà approvato in Svizzera, per esempio da come dovrà essere conservato, o trasportato. Stiamo lavorando sui diversi possibili scenari con i Cantoni». Hauri conferma questa linea: «È concepibile, ma dipende dalla logistica. Si stanno esaminando tutte le possibilità».

Come si dovrebbe festeggiare il Natale?
«Si può celebrare nella propria cerchia familiare, facendo chiaramente attenzione se ci si reca dai nonni», ha risposto Hauri. «A seconda della struttura famigliare, un'auto-quarantena può avere senso. In generale, bisognerebbe evitare di fare feste troppo grandi».

Il contact-tracing si concentra ora sui focolai d'infezione. Come funziona esattamente?
«Funziona come prima della seconda ondata» ha spiegato Hauri, «Abbiamo ripristinato le capacità del servizio in modo da rendere possibile effettuare delle analisi delle catene di contatto precise e localizzare più precisamente i focolai».

La conferenza stampa è conclusa. 

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COMMENTI
 

lecchino 3 anni fa su tio
Propaganda, condivisibile ma pur sempre propaganda. A marzo l'esercito è intervenuto marginalmente guidando due ambulanze e facendo marginale presenza davanti agli ospedali mentre una parte dei collaboratori Eoc era in lavoro parziale 🤔

Volpino. 3 anni fa su tio
"L'obbiettivo dev'essere quello di un dimezzamento dei nuovi casi ogni due settimane ...". E come? Forse con il Black Friday in arrivo e i centri commerciali stracolmi oppure dimezzando le statistiche fino ad arrivare al di sotto di 500 contagi giornalieri? Mi sa che non sanno neanche loro come raggiungere tale obbiettivo miracoloso. Penso piuttosto che è ora di dimezzare lo stipendio della Taskforce ogni due settimane se continuano così.

Duca72 3 anni fa su tio
La gente muore e voi avete ancora il coraggio di usare l’argomento per attaccare i frontalieri che partecipano solo a incrementare la ricchezza del Ticino portano competenza serietà e buona volontà’. Per non parlare di chi rischia la vita nei nostri ospedali. Vergognatevi perché io mi vergogno di essere vostro connazionale.

Swissabroad 3 anni fa su tio
@Graz Debe. Però allora lasci fuori tutti non solo chi fa comodo a te. Medici chirurghi commesse addetti alle pulizie farmacisti, tutti ok ?

Nano10 3 anni fa su tio
Sempre parole e nessuno che ha le P... di prendere decisioni drastiche es: domandarsi se no fosse il caso di valutare l’andirivieni quotidiano dei frontalieri e chiudere le dogane

Volpino. 3 anni fa su tio
Ci si perde nei dettagli invece di chiudere tutto per 2 settimane.
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