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GINEVRASalario minimo: a Ginevra in un mese, in Ticino attesa di 6 anni

28.09.20 - 09:05
La misura è stata approvata domenica alle urne: «In vigore da fine ottobre»
Keystone
Fonte 20 Minutes
Salario minimo: a Ginevra in un mese, in Ticino attesa di 6 anni
La misura è stata approvata domenica alle urne: «In vigore da fine ottobre»

GINEVRA - Accolto dal Popolo nel giugno del 2015 e tradotto in legge a fine 2019, in Ticino il salario minimo entrerà in vigore a partire dal 1° gennaio 2021, quasi sei anni dopo l'approvazione dell'iniziativa "Salviamo il lavoro in Ticino". A Ginevra, invece, le cose potrebbero andare diversamente. Dopo che, domenica, i cittadini del cantone romando hanno detto "sì" a un salario minimo di 23 franchi l'ora (4'086 franchi al mese), il Consiglio di Stato locale promette infatti un'applicazione «immediata» della misura.

La norma voluta dal 58,15% dei ginevrini entrerà in vigore «a partire dalla promulgazione della legge a fine ottobre», ha assicurato il presidente del governo Antonio Hodgers come riferisce 20 Minutes.

La proposta, voluta da sindacati e sinistra, è «un segnale estremamente forte e una notizia eccezionale per i salariati», ha commentato il presidente della Comunità ginevrina d'azione sindacale (CGAS), Davide De Filippo. «La presunta pozione magica del partenariato sociale non funziona più perché è unilaterale», ha aggiunto puntando il dito contro le «bugie del padronato».

Proprio il principio del partenariato è rimpianto invece dagli imprenditori edili, che denunciano come la nuova norma scavalcherà i contratti collettivi di lavoro già stipulati che prevedono retribuzioni inferiori. «La legge schiaccia il CCL», si lamenta.

Secondo il GCAS, i settori in cui i dipendenti beneficeranno maggiormente del nuovo salario minimo sono quello alberghiero, della ristorazione, delle pulizie e del commercio al dettaglio. «Può toccare il 6,3% della popolazione», ha indicato il consigliere di Stato Mauro Poggia basandosi su stime del 2018.

L'esponente del Mouvement Citoyens Genevois (MCG), però, non ha potuto nascondere il suo timore che la misura attiri frontalieri qualificati a svantaggio di residenti poco formati. Neuchâtel, che dal 2017 conosce un salario minimo di 20 franchi l'ora, «non ha constatato effetti perversi, ma è un cantone che non ha la medesima composizione d'impieghi di Ginevra», ha sottolineato.

«Temiamo che il salario minimo diventi un riferimento» e trascini le paghe più modeste verso il basso, gli fa eco la presidente del PPD locale, Delphine Bachmann. Anche il presidente del PLR cantonale, Bertrand Reich, mette in guardia da un'iniziativa «che sembra generosa». Il presidente dell'MCG, Francisco Valentin, teme dal canto suo senza mezzi termini un arrivo massiccio di «euro-frontalieri».  

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