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BERNA«I giudici siano liberi da pressioni politiche»

07.09.20 - 09:00
L'avvertimento della presidente del TAF: «solo così si può rispettare il diritto a un processo giusto ed equo»
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Fonte ats
«I giudici siano liberi da pressioni politiche»
L'avvertimento della presidente del TAF: «solo così si può rispettare il diritto a un processo giusto ed equo»
La magistrata interviene in un momento in cui la questione dell'indipendenza dei giudici rispetto ai partiti fa discutere

BERNA - La presidente del Tribunale amministrativo federale (TAF) Marianne Ryter mette in guardia dalle velleità di utilizzare la rielezione dei giudici federali per esercitare un'influenza politica sul potere giudiziario.

La magistrata, con un'intervista pubblicata oggi dalla Neue Zürcher Zeitung (NZZ), interviene in un momento in cui la questione dell'indipendenza dei giudici rispetto ai partiti fa discutere.

È palese il riferimento alla richiesta del capogruppo dell'UDC alle Camere federali e consigliere nazionale Thomas Aeschi (ZG) che, come emerso alla fine di agosto, ha invitato la Commissione giudiziaria del parlamento a non fare una raccomandazione in favore della rielezione al Tribunale federale del giudice del suo partito, Yves Donzallaz, il prossimo 23 settembre.

Nell'agosto dello scorso anno, Donzallaz si era pronunciato in favore del trasferimento alle autorità fiscali francesi di dati di oltre 40'000 clienti di UBS. Già allora parlamentari dell'UDC avevano proferito minacce di non rielezione contro il "loro" giudice federale, ago della bilancia nella sentenza della suprema corte di Losanna.

Nell'intervista alla NZZ, Ryter afferma che il suo partito, il PS, mai l'ha criticata. Precisa anche di non essere a conoscenza di alcun caso del genere tra i suoi colleghi giudici.

Ma nell'attualità recente c'è anche la decisione del 20 agosto del Consiglio federale di raccomandare la bocciatura dell'iniziativa popolare "Per la designazione dei giudici federali mediante sorteggio (Iniziativa sulla giustizia)". Il governo è contrario anche a un controprogetto, cosa che deplora l'Associazione svizzera dei magistrati (ASM).

Per l'ASM, espressasi alla fine di agosto, l'iniziativa non risolve in modo convincente i problemi legati al sistema attuale. In merito al sorteggio, lamenta il fatto che questa proposta priverebbe i magistrati della legittimità democratica di un'elezione parlamentare. Attualmente la nomina dei giudici della corte suprema è di competenza dell'Assemblea federale.

L'ASM riconosce però che l'iniziativa porta a galla a giusto titolo diverse problematiche legate alla procedura elettorale in vigore. L'associazione considera favorevolmente la soppressione della rielezione periodica dei giudici e l'introduzione della possibilità di revoca del mandato per motivi gravi, un modello già utilizzato nel Canton Friburgo.

L'organizzazione di categoria, che conta oltre 600 membri, giudica inoltre positiva l'apertura alla carica anche a candidati qualificati senza relazioni con i partiti politici. Per questa serie di ragioni ritiene dunque necessario un controprogetto e si rammarica che il Consiglio federale non abbia colto l'occasione per correggere le lacune del sistema.

Ryter, dal canto suo, fa una prima premessa: i giudici sono indipendenti nell'amministrazione della giustizia e sono vincolati solo dalla legge, ha sottolineato. Anche se il sistema di elezione in Svizzera si basa sull'appartenenza a un partito, il potere giudiziario non rappresenta le forze politiche. Al contrario, l'indipendenza e l'imparzialità sono garantite dalla costituzione. E aggiunge che solo così si può rispettare il diritto dei cittadini a un processo giusto ed equo.

La presidente della corte con sede a San Gallo indica poi che il palese disagio dei giudici di essere considerati troppo vicini ai loro partiti deve essere preso sul serio. La sola apparenza di imparzialità è dannosa per la reputazione. La questione dei criteri secondo cui vengono costituiti i tribunali è quindi legittima, afferma, aggiungendo di non essere però favorevole al sorteggio.

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COMMENTI
 

Mag 3 anni fa su tio
A corollario di questo articolo si deduce che attualmente i giudici siano "politicamente corretti" ... bella roba! Ma cosa ci si può aspettare in un mondo in cui "essere moralmente ed empiricamente corruttibili" è un requisito per il 99% della cariche di potere pubblico? Puahh
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