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LIBANO / SVIZZERA«Sembra che da qui sia passata la guerra»

05.08.20 - 16:46
La 26enne svizzera Souraya Khaled vive vicino al porto di Beirut. Ecco come ha vissuto l'esplosione.
Keystone/20Minuten
Fonte 20Minuten
«Sembra che da qui sia passata la guerra»
La 26enne svizzera Souraya Khaled vive vicino al porto di Beirut. Ecco come ha vissuto l'esplosione.
«All'inizio pensavamo fosse un terremoto», racconta. Una tragedia che, tra incertezze e interrogativi, colpisce un Paese già in crisi.

BEIRUT - Il giorno dopo la gigantesca esplosione di Beirut, lo shock di Souraya Khaled è ancora profondo. La 26enne è cresciuta a Baden (AG) e vive nella capitale libanese da quasi dieci anni. «La situazione qui è tragica. Molte persone sono morte, e moltissime hanno perso la casa. Sembra che sia passata la guerra», racconta. Vedere la città distrutta così le ha spezzato il cuore.

Al momento dell'incidente, lei e suo marito si trovava a circa un chilometro dal porto. «Abbiamo sentito la prima esplosione. All'inizio abbiamo pensato che fosse un terremoto perché l'intero appartamento tremava. Così siamo corsi a cercare rifugio sotto una trave. Poi abbiamo sentito la seconda, più grande esplosione. Che è stata terribile, ma grazie a Dio solo le finestre si sono rotte».

Incertezza e interrogativi - «Non sono mai stata così spaventata. Non ho mai visto niente di così brutto, nemmeno nel 2006, quando ci fu una guerra tra Israele e Hezbollah», prosegue nel suo racconto. In poco tempo gli ospedali si sono trovati sovraffollati. «Un mio amico è ricoverato in condizioni critiche. Si trovava in centro, dove la forza dell'esplosione è stata maggiore», dice la giovane. Le persone si fanno domande sulla causa dell'incidente. «Nessuno sa esattamente cosa sia successo. Ci sono molte voci». E non si sa nemmeno con precisione se sono state rilasciate sostanze tossiche. «Abbiamo immediatamente chiuso le finestre. Quando usciamo, dobbiamo indossare due maschere».

Brutta crisi economica - Molti libanesi sono arrabbiati e chiedono un'indagine approfondita per capire come sia potuta avvenire l'esplosione. La tragedia ha colpito un Paese, il Libano, che è in una profonda recessione. «La vita qui è diventata sempre più difficile negli ultimi tre mesi. C'è stata una rapida inflazione, molte persone non possono più permettersi di mangiare». Per lungo tempo, un dollaro costava 1'500 sterline libanesi, ora ne servono 8'000 sul mercato nero. «Nonostante la difficile situazione, ho sempre sperato che le cose sarebbero andate presto meglio», dice Souraya Khaled. «Dopo ieri, è difficile mantenere la speranza».

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