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SVIZZERAIl nuovo capo della task force scientifica si esprime sull'applicazione SwissCovid

22.07.20 - 08:47
Martin Ackermann è convinto dell'utilità dell'app di tracciamento dei contagi
keystone-sda.ch (ANTHONY ANEX)
Fonte ats
Il nuovo capo della task force scientifica si esprime sull'applicazione SwissCovid
Martin Ackermann è convinto dell'utilità dell'app di tracciamento dei contagi
Il futuro responsabile della task force ha inoltre commentato la questione dei rimpatri dopo le vacanze

BERNA - Malgrado l'efficacia debba ancora essere testata, l'app SwissCovid ha grande potenziale. Ne è sicuro Martin Ackermann, che dal primo agosto prenderà le redini della task force scientifica creata dalla Confederazione per il coronavirus sostituendo Matthias Egger.

È importante disporre di buoni dati riguardo alla pandemia in Svizzera, ha affermato Ackermann in un'intervista apparsa sulle edizioni odierne dei giornali del gruppo CH Media. Per l'esperto in microbiologia al Politecnico di Zurigo e all'Istituto di ricerca sulle acque (Eawag) è «fondamentale sapere in quali situazioni si verificano i contagi».

In questo senso, l'app SwissCovid, che ieri era attivata sui cellulari di 945'700 persone, è un'ottima risorsa. Tuttavia al momento mancano una serie di informazioni per capire la sua reale utilità. Ad esempio non si sa quante delle persone che hanno ricevuto una notifica - in quanto entrate in contatto per un certo lasso di tempo con un individuo poi risultato positivo - siano state effettivamente infettate, dichiara lo scienziato.

Stando ad Ackermann l'app è uno degli strumenti più rilevanti tra tutti quelli impiegati nella lotta contro la pandemia. L'obiettivo è ora di ampliare il suo raggio d'influenza, convincendo un'altra fetta della popolazione a scaricarla e attivarla sul proprio smartphone.

Vacanze all'estero - Nell'intervista il futuro responsabile della task force ha inoltre commentato la questione dei rimpatri dopo le vacanze, particolarmente spinosa per chi rientra da un Paese considerato a rischio dal punto di vista epidemiologico. Come noto, un viaggio in uno di questi Stati comporta l'obbligo di quarantena una volta tornati in Svizzera.

Secondo Ackermann «non è realistico» intercettare e registrare tutti i viaggiatori negli aeroporti o alle frontiere. Spetta dunque a ogni singolo individuo annunciarsi alle autorità e mettersi in quarantena per dieci giorni scongiurando la possibilità di contagiare altre persone.

A tal proposito, Ackermann si dice convinto che la comunicazione debba migliorare. «La gente deve essere consapevole del fatto che si prende dei rischi» quando si reca in Paesi con una difficile o poco chiara situazione riguardo al coronavirus.

Ennesimo punto delicato sulla diffusione del virus è quello relativo al pericolo per i nonni che si prendono cura dei nipoti durante le vacanze. «È dimostrato che i bambini si infettano meno spesso e trasmettono la malattia meno facilmente», riconosce Ackermann, aggiungendo però che «può succedere».

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COMMENTI
 

spank77 3 anni fa su tio
Dario Ravessoud No... No...no..Non e così. Per i locali con contact tracking hanno il tuo nome... Ma Swiss covid app no. Ti arriva un messaggio di avvertimento. Non sanno chi sei. sei solo un numero e basta. Sta alla persona sapere fare la scelta giusta in seguito.

sedelin 3 anni fa su tio
prima il tam tam dei numeri di contagi, adesso che non ce ne sono é iniziato il tam tam dell'app :-/

seo56 3 anni fa su tio
Baggianate

marco17 3 anni fa su tio
Non serve a niente e se ne stanno accorgendo in molti, Quindi continua l'informazione a senso unico in favore di questa fantozziana "cag* pazzesca".

spank77 3 anni fa su tio
Risposta a marco17
Basta dire che non la trovi utile. Il resto e per...
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