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SVIZZERA143 nuovi contagi in Svizzera: il totale sale a 29'407

29.04.20 - 12:19
Dall'inizio della pandemia ci sono stati almeno 1'408 decessi provocati dal Covid-19.
Tipress
143 nuovi contagi in Svizzera: il totale sale a 29'407
Dall'inizio della pandemia ci sono stati almeno 1'408 decessi provocati dal Covid-19.
I pazienti ricoverati in ospedale a causa della malattia sono stati 3'634.

BERNA - 103 lunedì. 100 ieri. 143 oggi. L'epidemia ha subito un rallentamento in Svizzera. Oggi è infatti il terzo giorno di fila che i contagi rimangono sotto le 150 unità. Un chiaro sintomo che le misure messe in atto sono state recepite, assimilate e seguite dalla maggior parte della popolazione. Ma è un dato che non deve trarre in inganno e non deve illudere nessuno: con il Covid-19 - come spiegato da diversi esperti - dovremo «imparare a conviverci». La malattia è infatti destinata a rimanere tra noi ancora a lungo e le riaperture iniziate lunedì - seppur limitate - potrebbero anche provocare un nuovo aumento dei contagi. La situazione è comunque giudicata «stabile» dalle autorità sanitarie.

Dati odierni - Intanto i numeri di oggi - riportati dall'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) e basati sui dati di laboratori e medici - sono tra i più bassi dall'inizio dell'epidemia. Nelle ultime ventiquattro ore - come detto - sono stati registrati 143 nuovi casi di Covid-19 in Svizzera, portando così il totale dall'inizio dell'epidemia a quota 29'407 contagi. «Le cifre - viene sottolineato nella nota - sono soggette a fluttuazioni settimanali con valori più bassi nei fine settimana». Dai numeri si può anche notare che dall'inizio della pandemia sono state ospedalizzate 3'634 persone, mentre quelle decedute sono almeno 1'408 (ieri erano 1'380). Per quel che concerne i test, ne sono finora stati effettuati ben 260'500, il 13% dei quali è risultato positivo. «Più tamponi, positivi o negativi, - precisano le autorità sanitarie elvetiche - possono essere fatti alla stessa persona». 

Discrepanze - I dati ufficiali forniti dall'UFSP, soprattutto quelli relativi ai decessi, presentano però delle discrepanze con quelli che provengono direttamente dai cantoni. Questi sono stati raggruppati in una mappa dal dottorando dell'Università di Berna Daniel Probst. E le cifre - aggiornate in tempo reale - alle 12.00 ravvisavano meno contagi (29'045), ma un numero di decessi nettamente più alto (1'702).

318 morti in Ticino - Anche in Ticino le nuove infezioni hanno rallentato la scorsa settimana. Il nostro cantone è comunque tra le regioni più colpite della Confederazione con 3'191 casi positivi e 318 decessi provocati da Covid-19. L'incidenza della malattia in Ticino resta tra le più alte della Confederazione (895): solo Ginevra ha infatti un numero di contagi più alto con 1'011 casi ogni centomila abitanti. Seguono poi Vaud (669), Basilea Città (563) e Vallese (526). Il dato svizzero ammonta a 343 casi per centomila abitanti.

Ospedalizzazioni - Dall'inizio della pandemia negli ospedali svizzeri sono state ricoverate 3'634 persone tra 0 e i 101 anni con un'età mediana che si assesta sui 72. I ricoveri concernono uomini per il 61% dei casi. «Su 3'223 persone ricoverate con dati completi - precisa l'UFSP - il 13% non aveva malattie preesistenti». L'87% dei pazienti soffriva quindi già di una o più patologie. Ma quali sono le più citate? «La prima è l'ipertensione arteriosa (53%), seguono le malattie cardiovascolari (33%) e il diabete (23%). Tra le persone ricoverate in ospedale, i tre sintomi più presenti sono febbre (66%), tosse (63%) e problemi respiratori (40%). «Il 45% dei casi aveva la polmonite».

Decessi - Finora in Svizzera sono morte 1'408 persone. L'incidenza in Svizzera è di 164 morti per milione di abitanti. Anche la maggior parte dei decessi riguarda persone di sesso maschile. Dei deceduti, il 58% erano uomini e 42% donne. «Il numero di morti per milione di abitanti è fino a tre volte superiore tra gli uomini rispetto alle donne, a seconda dell'età. L'incidenza è molto bassa nei pazienti sotto i 60 anni, ma aumenta rapidamente con l'età, con un picco in quelli di 80 anni e più». L'età delle vittime varia dai 31 ai 108 anni. L'età mediana dei decessi è di 84. «Su 1'343 persone decedute con dati completi, il 97% soffriva di una o più malattie preesistenti». Anche qui le patologie più menzionate sono ipertensione arteriosa (64%), le malattie cardiovascolari (56%) e il diabete (26%). 

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COMMENTI
 

marco17 3 anni fa su tio
C'è gente che si augura una seconda ondata micidiale, per il solo piacere di poter dire che avevano ragione loro. Peccato che il coronavirus colpisca gravemente i più vulnerabili e non i più cialtroni.

F/A-18 3 anni fa su tio
Risposta a marco17
E con questo hai messo un punto alla discussione, approvo.

sedelin 3 anni fa su tio
Risposta a marco17
uno studio del poli di losanna indica che ci saranno (non "potrebbero esserci") da 5'000 a 20'000 morti in estate. si chiama diffusione di terrore, in modo tale da rendere la gente paranoica minando l'efficacia del proprio sistema immunitario. questo é il vero virus! :-(((

r3volver 3 anni fa su tio
Questo succede quando la maggior parte della popolazione contrae la malattia, guarisce e ne diviene immune (la famosa immunità di gregge). Man mano che il numero di immuni cresce, la probabilità per un infetto di contagiare una persona non ancora immune diminuisce fino ad essere sufficientemente bassa per fermare l'epidemia. Questo si verifica però solo quando il 60-70-80% delle persone risulta immune. Nel nostro caso si parla di cifre tra il 5 e il 10 percento della popolazione entrata in contatto con il virus e non si è ancora sicuri che questo fornisca un'immunità. Il lockdown ha creato un picco "artificiale", ma se domani si dovesse tornare a comportamenti "normali" con contatti, strette di mano e quant'altro, si ripartirebbe dalla situazione che avevamo intorno al 10 marzo con una crescita esponenziale.

r3volver 3 anni fa su tio
Risposta a r3volver
Il commento era una risposta a @miba...

miba 3 anni fa su tio
Alcuni luminari invece affermano (grafici alla mano) che tutte le epidemie sono così, cominciano, accelerano, arrivano al culmine, al momento in cui c’è più trasmissibilità, poi diminuiscono, scompaiono e non si sa perché. Come la mettiamo? Chi ha ragione e/o chi ha torto?

sedelin 3 anni fa su tio
Risposta a miba
ha ragione chi vive tranquillamente senza lasciarsi influenzare dalla diffusione quotidiana del terrore.
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