Dall'inizio della pandemia ci sono stati almeno 1'268 decessi provocati dal Covid-19.
I pazienti attualmente ricoverati in ospedale sono 3'461.
BERNA - 119 due giorni fa. 205 ieri. 228 oggi. L'epidemia ha subito un rallentamento in Svizzera. Oggi è infatti il quarto giorno di fila che i contagi rimangono sotto le 230 unità. Un chiaro sintomo che le misure messe in atto dal Consiglio federale sono state recepite, assimilate e seguite dalla maggior parte della popolazione. Ma è un dato che non deve trarre in inganno e non deve illudere nessuno: con il Covid-19 - come spiegato da diversi esperti - dovremo «imparare a conviverci». La malattia è infatti destinata a rimanere tra noi ancora a lungo e le programmate riaperture (nel Tweet sotto l'Ufsp spiega perfettamente in cosa consistono le tre fasi) - seppur scaglionate nel tempo - potrebbero portare a un aumento dei contagi. La situazione è comunque giudicata «stabile» dalle autorità sanitarie.
#CoronaInfoCH #Coronavirus #COVID19
— BAG – OFSP – UFSP (@BAG_OFSP_UFSP) April 23, 2020
La popolazione ha attuato ottimamente i provvedimenti emanati dal Consiglio federale. Il Consiglio federale intende ora allentare gradualmente i provvedimenti. Queste sono le fasi⬇️ pic.twitter.com/Elt5Hvv99k
Dati odierni - Intanto i numeri di oggi - riportati dall'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) e basati sui dati di laboratori e medici - benché leggermente più alti rispetto a ieri, restano tra i più bassi dall'inizio dell'epidemia. Nelle ultime ventiquattro ore - come detto - sono stati registrati 228 nuovi casi di Covid-19 in Svizzera, portando così il totale dall'inizio dell'epidemia a quota 28'496 contagi. «Le cifre - viene sottolineato nella nota - sono soggette a fluttuazioni settimanali con valori più bassi nei fine settimana». Dai numeri si può anche notare che le persone ospedalizzate sono 3'461 (+57 rispetto a ieri), mentre quelle decedute sono almeno 1'268 (ieri erano 1'217). Per quel che concerne i test, ne sono finora stati effettuati ben 235'252, il 14% dei quali è risultato positivo. «Più tamponi, positivi o negativi, - precisano le autorità sanitarie elvetiche - possono essere fatti alla stessa persona».
Discrepanze - I dati ufficiali forniti dall'UFSP, soprattutto quelli relativi ai decessi, presentano però delle discrepanze con quelli che provengono direttamente dai cantoni. Questi sono stati raggruppati in una mappa dal dottorando dell'Università di Berna Daniel Probst. E le cifre - aggiornate in tempo reale - alle 12.00 ravvisavano meno contagi (28'091), ma un numero di decessi nettamente più alto (1'512).
298 morti in Ticino - Anche in Ticino le nuove infezioni hanno rallentato la scorsa settimana. Il nostro cantone è comunque tra le regioni più colpite della Confederazione con 3'106 casi positivi e 298 decessi provocati da Covid-19. L'incidenza della malattia in Ticino resta tra le più alte della Confederazione (872): solo Ginevra ha infatti un numero di contagi più alto con 984 casi ogni centomila abitanti. Seguono poi Vaud (653), Basilea Città (554) e Vallese (510). Il dato svizzero - 332 casi per centomila abitanti - è uno dei più alti dell'intero Vecchio Continente.
Ospedalizzazioni - Negli ospedali svizzeri sono ricoverate 3'461 persone tra 0 e i 101 anni con un'età mediana che si assesta sui 72. I ricoveri concernono uomini per il 61% dei casi. «Su 3'051 persone ricoverate con dati completi - precisa l'UFSP - il 13% non aveva malattie preesistenti». L'87% dei pazienti soffriva quindi già di una o più patologie. Ma quali sono le più citate? «La prima è l'ipertensione arteriosa (52%), seguono le malattie cardiovascolari (33%) e il diabete (23%). Tra le persone ricoverate in ospedale, i tre sintomi più presenti sono febbre (66%), tosse (63%) e problemi respiratori (40%). «Il 44% dei casi aveva la polmonite».
Decessi - Finora in Svizzera sono morte 1'268 persone. L'incidenza in Svizzera è di 148 morti per milione di abitanti. Anche la maggior parte dei decessi riguarda persone di sesso maschile. Dei deceduti, il 59% erano uomini e 41% donne. «Il numero di morti per milione di abitanti è da 2 a 3 volte superiore tra gli uomini rispetto alle donne, a seconda dell'età. L'incidenza è molto bassa nei pazienti sotto i 60 anni, ma aumenta rapidamente con l'età, con un picco in quelli di 80 anni e più». L'età delle vittime varia dai 27 ai 104 anni. L'età mediana dei decessi è di 84. «Su 1'216 persone decedute con dati completi, il 97% soffriva di una o più malattie preesistenti». Anche qui le patologie più menzionate sono ipertensione arteriosa (63%), le malattie cardiovascolari (56%) e il diabete (26%).