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SVIZZERALa pandemia rallenta: 326 nuovi casi in Svizzera

18.04.20 - 12:18
La situazione è considerata stabile ma Daniel Koch invita la popolazione a tenere un comportamento responsabile.
Keystone
La pandemia rallenta: 326 nuovi casi in Svizzera
La situazione è considerata stabile ma Daniel Koch invita la popolazione a tenere un comportamento responsabile.
Dall'inizio della pandemia si conta un totale di 27'404 contagi e almeno 1'111 vittime confermate. I pazienti attualmente ricoverati in ospedale sono 3'257

BERNA - Aumentano i nuovi contagi in Svizzera: nelle ultime 24 ore sono 326 le persone che sono risultate positive al nuovo coronavirus. Lo si evince dai dati odierni dell'Ufficio federale della sanità pubblica. Ieri il numero di nuovi casi si fermava a 346, tra mercoledì e giovedì a 315. La situazione è comunque giudicata «stabile» dalle autorità sanitarie. Dall'inizio della pandemia, in Svizzera e nel Liechtenstein si contano complessivamente 27'404 contagi confermati da un test. Le analisi effettuate sono state finora 216'400, pari a un 15% di positivi. «Più tamponi positivi o negativi - precisano le autorità sanitarie elvetiche - possono essere fatti per la stessa persona».

Daniel Koch, delegato dell'UFSP per la pandemia Covid-19, invita comunque la popolazione a rispettare le regole e rimanere a casa anche con il bel tempo. «La curva è scesa e si è appiattita rapidamente. Non è neppure salita come si era temuto inizialmente», precisa l'ex responsabile della Divisione malattie trasmissibili. «Ma siamo ancora ben lontani dall'essere fuori pericolo», avverte Koch. Secondo il delegato infatti «dal punto di vista epidemiologico c'è ancora un grande pericolo che si contagino più persone e che si verifichino altri casi gravi». Casi gravi che possono provocare la morte del paziente. E solo oggi si attestano 52 nuovi decessi che portano il totale a 1'111.

Discrepanze - I dati ufficiali forniti dall'UFSP, soprattutto quelli relativi ai decessi, presentano però delle discrepanze con quelli che provengono direttamente dai cantoni. Questi sono stati raggruppati in una mappa dal dottorando dell'Università di Berna Daniel Probst. E le cifre - aggiornate in tempo reale - alle 12.00 ravvisavano un po' meno contagi (27'044), ma un numero di decessi nettamente più alto (1'344).

277 morti in Ticino - Anche in Ticino le nuove infezioni sembrano aver subito un netto rallentamento rispetto alle scorse settimane. Il nostro cantone - a ogni modo - resta tra le regioni più colpite della Confederazione con 2'994 casi positivi e 277 decessi provocati da Covid-19. L'incidenza della malattia in Ticino resta tra le più alte della Confederazione (841.7): solo Ginevra ha infatti un numero di contagi più alto con 944.2 casi ogni centomila abitanti. Seguono poi Vaud (636.6), Basilea Città (544.8) e Vallese (492.2). Il dato svizzero - 319 casi per centomila abitanti - è uno dei più alti dell'intero Vecchio Continente. 

Ospedalizzazioni - Negli ospedali svizzeri sono ricoverate 3'257 persone tra 0 e i 101 anni con un'età mediana che si assesta sui 72. I ricoveri concernono uomini per il 61% dei casi. «Su 2'489 persone ricoverate con dati completi - precisa l'UFSP - il 13% non aveva malattie preesistenti». L'87% dei pazienti soffriva quindi già di una o più patologie. Ma quali sono le più citate? «La prima è l'ipertensione arteriosa (52%), seguono le malattie cardiovascolari (32%) e il diabete (23%). Tra le persone ricoverate in ospedale, i tre sintomi più presenti sono febbre (66%), tosse (63%) e problemi respiratori (40%). «Il 44% dei casi aveva la polmonite».

Decessi - Finora in Svizzera sono morte 1'111 persone. L'incidenza in Svizzera è di 129 morti per milione di abitanti. Anche la maggior parte dei decessi riguarda persone di sesso maschile. Dei deceduti, il 60% erano uomini e 40% donne. L'età delle vittime varia dai 27 ai 104 anni. L'età mediana dei decessi è di 84. «Su 1'071 persone decedute con dati completi, il 97% soffriva di una o più malattie preesistenti». Anche qui le patologie più menzionate sono ipertensione arteriosa (64%), le malattie cardiovascolari (56%) e il diabete (27%).

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