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BERNACantieri in regola: «Unia non chieda chiusure»

15.04.20 - 17:09
La SSIC invita i sindacati a rinunciare al blocco del settore edilizio
tipress (Archivio)
Fonte ats
Cantieri in regola: «Unia non chieda chiusure»
La SSIC invita i sindacati a rinunciare al blocco del settore edilizio
Unia, tuttavia, contesta sia la quantità che la qualità dei controlli della Suva

BERNA - Solo nel 3% dei controlli effettuati dalla Suva nei cantieri sono state constatate violazioni delle misure di protezione contro il coronavirus. Lo ricorda la Società Svizzera degli Impresari-Costruttori (SSIC) che chiede ai sindacati di rinunciare a rivendicare chiusure generali per il settore edilizio. Per Unia la situazione è però meno rosea.

Dal 25 marzo, l'Istituto nazionale di assicurazione contro gli infortuni (Insai, più conosciuto con l'acronimo tedesco Suva) ha effettuato oltre 1900 ispezioni e solo in 45 occasioni sono state riscontrate delle carenze, poi segnalate ai Cantoni. Nel 97% dei casi, ricorda la SSIC, le misure di protezione sono invece state predisposte correttamente o necessitavano solo di piccoli adeguamenti.

In un comunicato, la SSIC afferma che queste cifre «inequivocabili» documentano «l'enorme impegno con cui le imprese di costruzione hanno adottato misure per proteggere i dipendenti e contenere il coronavirus in brevissimo tempo e in modo efficace». Tali dati, inoltre, «sostengono in maniera convincente l'approccio differenziato finora adottato dal Consiglio federale», che consente di mantenere aperti i cantieri che rispettano le misure di protezione.

Per la SSIC, le cifre devono fungere anche da «campanello d'allarme» per il sindacato Unia: «è il momento di fermare la campagna di richiesta di chiusure generali di interi cantieri». Per gli impresari costruttori si tratta di salvare il maggior numero possibile di posti di lavoro.

Unia: pochi controlli - Unia non condivide invece ottimismo della SSIC. Il sindacato contesta sia la quantità che la qualità dei controlli della Suva: le ispezioni, spesso con preavviso, sono infatti dirette contro le singole imprese e non contro i cantieri nel loro insieme.

«Quando si sa che in un cantiere sono spesso attive diverse imprese e che in Svizzera ci sono 30'000 cantieri aperti, si possono relativizzare le 1900 ispezioni condotte dalla Suva», ha affermato a Keystone-ATS Nico Lutz, responsabile del settore costruzioni presso il sindacato.

Questa valutazione intermedia della Suva rivela unicamente la mancanza di risorse dell'organismo di vigilanza che dispone di solo 28 ispettori per tutto il Paese. Questi, inoltre, svolgono normalmente controlli relativi alla sicurezza sui cantieri e non hanno le competenze per valutare l'organizzazione del lavoro. «Per verificare se le misure di distanza sociale sono rispettate, bisogna parlare con i lavoratori, non con i caposquadra», ha affermato Lutz.

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