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SVIZZERAIn tutta la Svizzera 400'000 richieste di lavoro ridotto

24.03.20 - 14:06
Berna fa il punto della situazione in conferenza stampa. «8000 tamponi al giorno sono molti rispetto ad altri paesi».
Keystone
In tutta la Svizzera 400'000 richieste di lavoro ridotto
Berna fa il punto della situazione in conferenza stampa. «8000 tamponi al giorno sono molti rispetto ad altri paesi».
L’Ufficio federale delle abitazioni: «Evitate i traslochi». Per lavoro ridotto giunte 400'000 richieste. I militi affiancheranno gli agenti in dogana.

BERNA - Nuova conferenza stampa oggi a Berna per informare la popolazione sull'emergenza coronavirus. L'incontro si è aperto nuovamente all’insegna del bollettino di guerra. È stato Patrick Mathys capo sezione Gestione delle crisi e cooperazione internazionale dell'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) ha comunicare al paese che in Svizzera attualmente ci sono 9'000 persone contagiate. 90 persone sono già morte. Un’epidemia che sta avanzando velocemente, come dimostra – è stato sottolineato – la veloce avanzata anche negli Stati Uniti.

Lavoro ridotto - Boris Zürcher, capo della direzione del lavoro della SECO, ha aggiornato i dati per quanto riguarda il lavoro ridotto: siamo a 400'000 richieste di lavoro ridotto. Ciò riguarda circa l'8% di tutti i dipendenti e, a causa dell'inondazione di richieste, potrebbero verificarsi alcuni ritardi nei pagamenti. «È importante che i salari siano pagati in ogni caso», ha tenuto a precisare Zürcher. Per quanto riguarda il Ticino, attualmente risulta in lavoro ridotto il 29% dei dipendenti.

Evitate i traslochi - La conferenza stampa di oggi è stata l’occasione per affrontare il discorso anche della tavola rotonda che c’è stata tra le organizzazioni degli inquilini e dei proprietari di case e appartamenti. Si è discusso di traslochi e si è convenuto che, siccome sarebbe difficile rispettare le misure igieniche, è meglio non muoversi. «Se si può è meglio evitare in questo periodo».

Gli svizzeri tornano a casa - Hans-Peter Lenz, capo del centro di gestione delle crisi del DFAE, ha fatto sapere che continuano i rimpatri di svizzeri che si trovano all’estero. Oggi è stato organizzato un volo per 170 turisti svizzeri dal Marocco. Si lavora, insomma, con i paesi vicini e nei prossimi giorni sono previsti anche voli dal Sud America. «I rimpatri sono prefinanziati dal governo federale. I passeggeri condividono i costi per evitare disparità di trattamento», ha spiegato Lenz.

Fondi aggiuntivi per il lavoro ridotto - Numerose sono state le domande dei giornalisti. Cominciando dal lavoro ridotto. Basteranno tutti i soldi messi a disposizione dallo Stato per far fronte alla situazione? «Non sappiamo quanto durerà questa pandemia - ha spiegato Boris Zürcher, capo della direzione del lavoro della SECO -. Il governo federale non ha fatto previsioni. La liquidità dell'assicurazione contro la disoccupazione è garantita. Lunedì sono stati approvati fondi aggiuntivi per un totale di 6 miliardi di franchi».

L'esercito alle frontiere - Le autorità hanno intenzione di potenziare la presenza dell’esercito alle frontiere. Raynald Droz, capo di stato maggiore del comando operazioni dell’Esercito (DDPS) ha fatto sapere che nei prossimi 3 giorni verranno inviati una cinquantina di militi che si affiancheranno agli agenti in dogana per monitorare le frontiere. In quali zone verranno mandati (e se anche in Ticino) non è stato precisato. Droz ha precisato che circa 3’000 volontari hanno risposto all’appello dell’esercito svizzero di prendere parte alla lotta contro il coronavirus, ma soltanto 100 di questi sono stati scelti per essere schierati. L’esercito al momento è impiegato soprattutto in Romandia e nel canton San Gallo. 

Rallentamento nei contagi? «No comment» - Bocche cucite anche sulle recenti dichiarazioni del medico cantonale ticinese Giorgio Merlani, il quale questa mattina intervistato dalla radio SRF ha dichiarato che la curva epidemica si è leggermente abbassata nelle ultime ore. «Su questa tendenza preferiamo non esprimerci - ha aggiunto Patrick Mathys, capo della sezione Gestione delle crisi e collaborazione internazionale dell'UFSP -. Diciamo solo che ci sono speranze ed è ancora presto per trarre conclusioni».

Aiuti ai piccoli commerci - Un altro delicato aspetto che è stato affrontato è quello legato alla chiusura dei piccoli negozi, che potrebbe metterne la sopravvivenza seriamente in pericolo. Un tema che sarà oggetto di una task force. Gli affitti dei locali i questo periodo dovranno essere pagati, nonostante l’obbligo di chiusura sia stato imposto dall’alto? «Siamo nel campo della legge sulla locazione e dunque bisogna capire se una chiusura decisa dal Governo rappresenta a tutti gli effetti una carenza». Non si esclude che ci sarà un diluvio di procedimenti giudiziari la cui risoluzione necessiterà di anni. Per questo è importante discuterne ora, ma non si sa quando la task force potrà già presentare delle soluzioni.

8'000 tamponi al giorno - Patrick Mathys, capo della sezione Gestione delle crisi e collaborazione internazionale dell'UFSP, ha voluto inoltre nuovamente evidenziare che la Svizzera sta facendo molto nella lotta al coronavirus. Anche con i tamponi che consento di individuare il contagio. «8000 test al giorno sono molti rispetto ad altri paesi» ha fatto notare.

In arrivo respiratori da fuori - Un giornalista ha chiesto anche se il materiale medico che abbiamo a disposizione sia sufficiente per far fronte alla situazione. La Svizzera ce la farà da sola? Ha risposto Mathys: «Ci sono dozzine, se non centinaia, di accordi in corso. Sono stati presi contatti con molti paesi per organizzare la fornitura di respiratori e altri materiali protettivi. Ci stiamo provando, e ci sono stati già buoni risultati».

Perché non disinfettare le strade? - Un giornalista ha pure chiesto come mai le strade in Svizzera  non vengono disinfettate come si è visto in altre nazioni. Per Patrick Mathys si tratta di un'operazione «che fa molto effetto in foto, ma i vantaggi nella realtà sono minimi».

 

Le cifre - Il nuovo coronavirus è sempre più presente in tutta la Svizzera. Secondo i dati odierni dell'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP), a livello nazionale si contano 8'836 casi accertati (+776 nelle ultime 24 ore). E i decessi legati al Covid-19 sono almeno 86. 

I numeri si basano sui dati che l'UFSP ha ricevuto nella mattinata odierna. Per questo motivo, possono esserci delle differenze rispetto a quanto comunicato dalle autorità dei singoli cantoni.

La mappa realizzata da Daniel Probst, dottorando dell'Università di Berna, riferisce (alle 14.00) di 9'498 casi di coronavirus in Svizzera e 123 decessi. Le informazioni presenti sul sito internet si aggiornano ogni ora in base alle cifre ufficiali rilasciate della autorità cantonali

 

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