La convivenza in Svizzera? Possibile se regolamentata. Ma se il vicino è troppo vicino...
BERNA - Lo stile di vita nomade è di regola accettato dagli svizzeri. L'atteggiamento tenuto dalla popolazione nei confronti delle persone che hanno deciso di spendere la propria esistenza in questo modo - come ad esempio alcuni Jenisch e Sinti – è infatti globalmente positivo. Anche se non mancano punti di vista negativi. Questo è quanto emerso da un'indagine effettuata dalla Confederazione - attraverso il sondaggio “Diversità 2019” - sulla convivenza in Svizzera.
Il nomadismo è accolto con positività quando considerato in generale o da lontano, soprattutto per quanto concerne il punto di vista geografico (quando per esempio le aree di sosta o transito – accettate dai più soprattutto se destinate agli svizzeri - sono ubicate lontane dai centri abitati). Ed è accettato quando ci sono dei rapporti interpersonali con i componenti dei vari gruppi che lo praticano.
È invece mal digerito quando si teme che vada a toccare più da vicino la vita quotidiana di chi ha invece una fissa dimora.
Sostenere o promuovere questo stile di vita? Tra la popolazione non c'è unanimità, anche se si tende a respingere l'affermazione che i gruppi che lo praticano subiscano discriminazioni.