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GINEVRAI frontalieri arrivano da sempre più lontano

17.02.20 - 10:09
Lo storico Claude Barbier mette in guardia su un possibile problema culturale: «Spesso questi lavoratori non comprendono gli usi e i costumi locali»
Keystone (archivio)
La colonna in entrata alle dogane ginevrine.
La colonna in entrata alle dogane ginevrine.
Fonte ats
I frontalieri arrivano da sempre più lontano
Lo storico Claude Barbier mette in guardia su un possibile problema culturale: «Spesso questi lavoratori non comprendono gli usi e i costumi locali»

GINEVRA - L'arrivo di frontalieri provenienti da regioni francesi sempre più lontane e sempre meno in linea con i costumi elvetici sta creando problemi a Ginevra: lo sostiene lo storico franco-svizzero Claude Barbier, secondo cui non basta un treno - il nuovo Léman Express - per far nascere una vera "Grande Ginevra" coesa.

Il Léman Express - la più grande rete celere transfrontaliera d'Europa, inaugurata in dicembre - potrà contribuire a unire le popolazioni delle due parti della frontiera, ma c'è ancora parecchio da fare, anche perché gli ostacoli sono importanti: a cominciare dalle strutture politiche, federali da una parte e centralizzate dall'altra, afferma Barbier in un'intervista diffusa oggi dalla radio romanda RTS.

Lo specialista ammette che esistono tensioni fra Ginevra e la cosiddetta "France voisine": ma a suo avviso non bisogna dimenticare che sussistono frizioni anche fra Ginevra e Vaud, oppure nell'ambito della stessa agglomerato lemanico, fra il cantone e comuni.

Vi è comunque la spinosa questione dei frontalieri. «L'afflusso massiccio di popolazione che viene a lavorare a Ginevra senza comprendere i costumi locali crea difficoltà», ammette. Il fatto inoltre che le cerchie di provenienza dei frontalieri si siano ampliate - a Ginevra giungono sempre più spesso persone da Lione, Grenoble o Parigi - ha cambiato la situazione negli equilibri di fondo del vivere comune. «Avevamo una popolazione frontaliera che era vicina a Ginevra e che si era elvetizzata molto facilmente: ora ci troviamo confrontati con gente che viene da molto più lontano, e che non comprende i costumi locali e che, forse, culturalmente cercherà d'imporre i propri ai ginevrini», osserva l'esperto. «Capisco che vi sia una reazione anti-frontalieri».

Il tema del lavoro rimane in primo piano. «Ci sono pressioni sui salari», sottolinea lo storico. «E riguardo al futuro dell'impiego credo che a Ginevra ci si lasci andare a una sorta di torpore: ginevrini svegliatevi, il mondo sta cambiando, i posti di lavoro sono minacciati dalla digitalizzazione», mette in guardia il professore universitario.

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COMMENTI
 

LAMIA 4 anni fa su tio
Avanti così che “ ul bel vedè lé poc luntan “

tazmaniac 4 anni fa su tio
se posso darti un consiglio, magari, prima di sparare a zero per frustrazione, abbassandoti allo stesso livello, se possibile, anche più in basso di quelli che additi, leggi l'articolo, perchè in questo caso vieni smentito ancora prima di iniziare... ;o) proprio vero, solo i ticinelli si lamentano, non Zurigo e, men che meno Ginevra... aheee...

tazmaniac 4 anni fa su tio
Risposta a tazmaniac
questo post era per ANNDO76

volabas 4 anni fa su tio
Verunell, porta scia' i can

Ctg 4 anni fa su tio
E pensare che erano i primi a voler andare in Europa. Almeno loro qualche chiodo in Francia lo possono ancora battere. A noi invece rompono le palle anche quando andiamo oltre ramina a portare i soldi e non solo a prenderli

jena 4 anni fa su tio
so di pesone che vengono da pavia in ticino tutti i giorni x lavorare e poi ci rompono i maroni che noi residenti inquiniamo...

anndo76 4 anni fa su tio
Risposta a jena
probabilmente rompono i maroni perche' i residenti preferiscono stare in disoccupazione e assistenza.... guarda caso i piagnini sono solo ticinelli ( non a zurigo o ginevra ) e per lo piu' naturalizzati. Voterei per levare la disoccupazione !! poi vedi come corrono a lavorare

Mattiatr 4 anni fa su tio
Risposta a anndo76
Pure io sono di questo avviso, facile pretendere che il ''governo ladro'' ti trovi il posto di lavoro. La verità è che non siamo disposti al minimo sacrificio. Inoltre vale sempre la variante, se non trovi lavoro, createlo. Quanti di quelli in disoccupazione sarebbero disposti a fare gli indipendenti o a tentare la creazione di un'impresa? Alla fine parliamoci chiaro, più in basso dell'assistenza o della disoccupazione si può finire? Chi non ha nulla da perdere e tutto da guadagnare è disposto a fare sacrifici, già che se da perdere hai l'assistenza garantita forse una qualche domanda e un qualche risentimento ce l'hai.

Diablo 4 anni fa su tio
Hanno scoperto ancora l'acqua calda

GI 4 anni fa su tio
venga a farsi un giro anche in Ticino.....o magari nei Grigioni.....Zurigo e Basilea....ogni regione di frontiera conosce questo genere di problema....Ginevra non fa eccezione !

kenobi 4 anni fa su tio
Risposta a GI
esatto

anndo76 4 anni fa su tio
Risposta a GI
troppo complicato da capiere x per il ticinello tipo, il quale , abituato a ricevere disoccupazione etc e non fare 10mn in piu' al lavoro e molti lavori, preferisce sfogare le proprie "frustrazioni" su chi invece si alza alle 5 per andare a lavorare e NON a rubare. Dico rubare perche' i cari ticinelli in disoccupazione, vanno ( uno per 10/15 persone ) a farsi fare i timbri da portare alla disoccupazione, cosi, falsamente, fanno vedere che cercano e non trovano lavoro . Guarda come siamo messi...
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