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SVIZZERADomande d'asilo, 50 giorni per decidere

06.02.20 - 09:30
Introdotta un anno fa la procedura celere. Salgono le persone che lasciano il Paese volontariamente, aumentano però pure i ricorsi
Tipress - foto d'archivio
Fonte ats
Domande d'asilo, 50 giorni per decidere
Introdotta un anno fa la procedura celere. Salgono le persone che lasciano il Paese volontariamente, aumentano però pure i ricorsi

BERNA - A poco meno di un anno dalla sua entrata in vigore, la procedura celere per l'esame delle domande d'asilo è giudicata positivamente dalla Segreteria di stato della migrazione (SEM). Le procedure d'esame durano in media 50 giorni e il numero di persone che lasciano la Svizzera volontariamente è salito.

Tuttavia, col nuovo sistema il 33% delle decisioni vengono impugnate davanti al Tribunale amministrativo federale, a fronte del 31% del vecchio sistema.

Grazie alle procedure d'asilo celeri, indica una nota odierna della SEM, i richiedenti asilo apprendono in tempi brevi se beneficeranno di protezione o se dovranno lasciare la Svizzera. In media la SEM ci mette una cinquantina di giorni per decidere. Durante questo periodo, il postulante soggiorna in un centro federale d'asilo. Quattro richieste su cinque sono trattate secondo la procedura celere o la procedura Dublino (35 giorni in media).

Per un quinto delle domande d'asilo occorre invece la procedura ampliata (in media 100 giorni per decidere). In questi casi i richiedenti vengono attribuiti a un Cantone.

Via volontariamente - I richiedenti asilo che non hanno diritto alla protezione devono lasciare il Paese, se possibile volontariamente. Queste persone godono della consulenza gratuita di un legale e hanno inoltre accesso alla consulenza per il ritorno. Quanto prima una persona decide di partire, tanto maggiore sarà il sostegno che le verrà corrisposto per il rimpatrio. Queste misure si dimostrano efficaci, secondo la SEM: il numero di partenze volontarie è aumentato di circa un terzo col nuovo sistema.

Il gratuito patrocinio, spiega la nota, fa aumentare anche l'accettazione delle decisioni della SEM poiché i richiedenti asilo vengono informati tempestivamente dai loro legali in merito al sistema d'asilo elvetico e alle loro opportunità. In ogni caso, il 33% delle decisioni vengono contestate dinanzi al TAF.

Troppa fretta? - A tale proposito, dalle colonne della Neue Zürcher Zeitung di martedì 4 febbraio, la direttrice dell'Aiuto svizzero ai rifugiati, Miriam Behrens, ha criticato l'approccio della SEM nella procedura accelerata di asilo, rimproverandole di concentrarsi troppo sulla velocità a scapito di correttezza e qualità. Un reclamo su tre da parte di un richiedente asilo viene infatti accolto.

A dire della Behrens, se all'inizio una decisione viene presa in modo precipitoso, vi saranno più ricorsi accolti che comporteranno un prolungamento del procedimento nel suo complesso. I membri dell'Aiuto ai rifugiati hanno fornito rappresentanti legali per quattro delle sei regioni d'asilo. «Lì fin dall'avvio della nuova procedura, un ricorso su tre presentato da un richiedente asilo ha avuto successo, ossia è stato approvato completamente o in parte oppure il dossier è stato respinto al SEM», ha dichiarato Behrens al quotidiano.

Questo è molto di più rispetto alla valutazione della fase di test. Nel primo anno e mezzo, solo un reclamo su sette o otto è andato a buon fine. «Ciò dimostra chiaramente che ci sono problemi di qualità», ha continuato Behrens. La percentuale di rifiuto ossia il tasso di ricorsi che il SEM deve ancora esaminare è stato nei primi sei mesi del 16,8%. Con la vecchia procedura era in media del 4,8%.

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