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SVIZZERAGià 120 chiamate alla hotline per il coronavirus

30.01.20 - 18:34
Una decina di Svizzeri che si trova in Cina, spera in un rapido rientro nel Paese d'origine. Il DFAE è in contatto con loro
Keystone - foto d'archivio
Già 120 chiamate alla hotline per il coronavirus
Una decina di Svizzeri che si trova in Cina, spera in un rapido rientro nel Paese d'origine. Il DFAE è in contatto con loro

BERNA - Da oggi l'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) ha messo a disposizione una hotline per rispondere alle domande della popolazione sul coronavirus. La linea telefonica, gratuita, che avrebbe dovuto essere aperta alle 12.00, è stata messa in servizio soltanto un'ora più tardi. Intanto una decina di cittadini svizzeri in Cina, che si trova nella zona posta in quarantena, auspica un rimpatrio rapido nella Confederazione.

Chi avesse quesiti sul coronavirus 2019-nCoV, sulla sua trasmissione o volesse altre informazioni, può comporre il numero telefonico 058 463 00 00.

A fine pomeriggio la linea telefonica aveva già ricevuto 120 chiamate, ha precisato Cédric Berset, addetto stampa presso Medgate. Dieci persone supplementari sono state ingaggiate temporaneamente per rispondere alle domande.

Rischio di importazione elevato - Il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) stima che attualmente il rischio di un'importazione della malattia sia elevato. Altrettanto vale per la Svizzera, scrive l'UFSP sulla sua pagina internet dedicata al coronavirus.

Per il momento non sono raccomandate misure per i passeggeri in arrivo in Svizzera come quelle adottate in alcuni Paesi. Il Centro nazionale di riferimento per le infezioni virali emergenti (CRIVE) di Ginevra è in grado di rilevare il nuovo coronavirus attraverso esami di laboratorio dei casi sospetti.

L'UFSP e i suoi partner si preparano inoltre a tutti i livelli a una possibile ulteriore diffusione della malattia.

Svizzeri vogliono rimpatriare - Nel frattempo una decina di Svizzeri che si trova in Cina, spera in un rapido rientro nel Paese d'origine. Il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) è in contatto permanente con loro, hanno precisato a Keystone-ATS i servizi di Ignazio Cassis.

L'organizzazione del rimpatrio è tuttavia molto complessa, aggiunge il DFAE. Berna è in contatto con altri Paesi e organizzazioni che stanno predisponendo voli per rimpatriare persone presenti nella zona posta in quarantena. Le capacità sono però estremamente limitate a causa delle restrizioni imposte dalla Cina. Nel Paese asiatico risiedono attualmente 4'156 cittadini elvetici, con i quali l'ambasciata svizzera è in contatto regolare, ha ricordato il DFAE.

Dal canto suo il consigliere federale Ignazio Cassis, a margine di una conferenza stampa, ha spiegato che in caso di quarantena dichiarata su vasta scala tendenzialmente non si sposta nessuno. Il DFAE è comunque disponibile per fornire consigli e consulenza a tutti gli Svizzeri che si trovano in Cina.

Interrogato su eventuali provvedimenti che sarebbero presi qualora stasera il comitato d'emergenza dell'Organizzazione mondiale della sanità decretasse l'urgenza sanitaria di portata internazionale, l'UFSP ha indicato che analizzerà nuovamente la situazione. Ha già previsto di informare di nuovo sugli ultimi sviluppi riguardanti il coronavirus domani congiuntamente con il DFAE.

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