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SVIZZERABerna rassicura: «Finora tutti i casi sospetti sono negativi»

28.01.20 - 14:21
L'UFSP hanno fatto il punto della situazione. Nessuna raccomandazione particolare, ma si lavora a pieno regime per essere pronti
Keystone
Berna rassicura: «Finora tutti i casi sospetti sono negativi»
L'UFSP hanno fatto il punto della situazione. Nessuna raccomandazione particolare, ma si lavora a pieno regime per essere pronti

ZURIGO - In Svizzera non sono finora stati constatati casi di contagio da coronavirus. Lo hanno confermato oggi in una conferenza stampa a Berna gli esperti dell'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP), che hanno voluto anche rassicurare la popolazione. La Svizzera si sta preparando attivamente ad ogni evenienza.

Il responsabile della divisione Malattie trasmissibili presso l'UFSP, Daniel Koch, ha precisato ai media che «tutti i campioni di individui che presentavano sintomi sospetti spediti al Centro nazionale di riferimento per le infezioni virali emergenti (CRIVE) di Ginevra sono risultati negativi», compresi quelli delle due persone rientrate dalla Cina e poste in quarantena all'ospedale Triemli di Zurigo.

Sebbene l'UFSP ritenga che non occorra ancora trasmettere raccomandazioni particolari alla popolazione, quali per esempio quella di acquistare mascherine di protezione, la Svizzera si prepara a pieno regime per far fronte alla malattia. Il CRIVE, dal quale passano tutti i campioni di casi sospetti, si è dotato di una Task Force sul coronavirus, ha indicato la professoressa Isabella Eckerle.

«Lavoriamo 24 ore su 24 sette giorni su sette, con tre test al giorno. E siamo in stretto contatto con le autorità europee, cinesi e i medici cantonali», ha aggiunto. Per evitare una penuria di mascherine, la Confederazione sta attualmente esaminando se le scorte di cui dispone siano ancora utilizzabili.

La situazione internazionale - Per quanto riguarda la situazione internazionale, essa è ancora poco chiara. «Le notizie sul coronavirus sono in costante evoluzione e occorre attendersi ad altri casi in Europa», dopo quelli registrati in Francia e Germania, ha detto dal canto suo Patrick Mathys, capo della sezione gestione delle crisi e collaborazione internazionale dell'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP). A suo avviso, non è escluso che anche la Svizzera possa essere toccata dal virus prima o poi.

Alle autorità risulta tuttavia impossibile rispondere individualmente alle domande poste dai cittadini, ha aggiunto Koch. Per questo motivo, una "hotline" sarà aperta nei prossimi giorni per soddisfare tutte le richieste della popolazione. Inoltre gli aeroporti, qualora fosse necessario, sono pronti ad attuare misure per filtrare i passeggeri ed informare i viaggiatori. Ma per essere efficace il dispositivo necessita di una coordinazione con i principali scali europei, quali Francoforte o Amsterdam, ha precisato Mathys.

La diffusione accelera - A livello internazionale la diffusione del coronavirus intanto accelera: la Commissione sanitaria nazionale cinese ha reso noto che i casi d'infezione accertati sono saliti a circa 4600 unità, raddoppiati in 24 ore sulle 2744 unità di ieri. La commissione ha confermato 26 nuovi decessi, a quota 106 totali.

Interrogato sull'eventualità di essere contagiati da turisti cinesi in Svizzera, Daniel Koch ha voluto rassicurare la popolazione: tale rischio è molto debole. «Occorre avere un contatto molto stretto, a meno di un metro di distanza, e per un certo periodo di tempo per essere contagiati», ha aggiunto.

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