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SVIZZERA/CINAUno svizzero a Wuhan: «Portatemi via da qui!»

28.01.20 - 11:00
Vuole rientrare, ma è bloccato in Cina. Preoccupato il genero: «È anziano, il virus può essere letale» 
Keystone
Uno svizzero a Wuhan: «Portatemi via da qui!»
Vuole rientrare, ma è bloccato in Cina. Preoccupato il genero: «È anziano, il virus può essere letale» 

BERNA/WUHAN - Lo scorso sabato voleva prendere un treno per Pechino, ma alla stazione ha trovato le porte tutte chiuse. Si tratta di N.H.*, uno zurighese di 76 anni che attualmente è bloccato nelle vicinanze di Wuhan, l’epicentro del nuovo coronavirus.

Soltanto due ore prima le autorità avevano chiuso tutti gli scali ferroviari della regione. «Tutta la provincia di Hubei è stata messa in quarantena. Non potevo partire» racconta H., contattato da 20 Minuten.

Partenza anticipata - Il pensionato elvetico si trova in Cina, più precisamente a Dawu, dallo scorso ottobre. È un soggiorno invernale che intraprende ogni anno con la sua moglie originaria del paese asiatico. Il suo rientro in Svizzera era previsto per la fine di febbraio. Ma a causa della diffusione del coronavirus, H. voleva anticipare la partenza. Invano.

Non c’è nulla da fare - Di recente Stati Uniti, Francia, Giappone e Germania hanno annunciato azioni di rimpatrio per i loro cittadini nella regione di Wuhan. Tra questi si contano diplomatici e in particolare persone a rischio, come anziani o malati. A Dawu girava poi voce che anche la Confederazione Svizzera intendeva effettuare dei rimpatri. Ma quando H. ha contattato l’ambasciata a Shanghai e poi la helpline del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE), gli è stato detto che non c’è nulla da fare. «Mi hanno invitato a chiamare l’Ufficio federale della sanità pubblica, l’Oms e Safetravel».

Non ci sta il suo genero David Katzenfuss, che non risparmia le critiche nei confronti della Confederazione: «Mentre altri paesi si attivano per occuparsi dei propri cittadini, la Svizzera non fa nulla». E si dice molto preoccupato per il suocero: «Alla sua età il virus può essere letale». Infatti in Cina la maggior parte delle vittime è over 60.

Per ora H. riesce ancora a sopportare la situazione. «Ma non so come starò, quando la diffusione del virus peggiorerà. Sarebbe bello se in certe situazioni di crisi la Svizzera si attivasse per i propri cittadini». Per esempio organizzando dei voli di rientro.

Confederazione al lavoro - Secondo il Dipartimento federale degli affari esteri, l’ambasciata elvetica è in contatto con i cittadini svizzeri in Cina. «Sono stati tutti contattati per iscritto» afferma il portavoce Georg Farago.

Non è per ora noto se la Confederazione intenda organizzare dei voli per il rimpatrio dei cittadini elvetici. «Il Centro di gestione delle crisi e l’ambasciata lavorano intensamente per affrontare la diffusione del coronavirus» afferma comunque il portavoce. E agli svizzeri bloccati in Cina viene raccomandato di mettersi in contatto con l’ambasciata o con la helpline del DFAE.

Negativi i casi sospetti in Svizzera

In Svizzera non sono finora stati constatati casi di contagio da coronavirus. Lo hanno confermato oggi in una conferenza stampa a Berna gli esperti dell'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP). Oltre ai test negativi concernenti le due persone rientrate dalla Cina e poste in quarantena all'ospedale Triemli di Zurigo, anche diversi altri campioni di individui che presentavano sintomi sospetti sono stati spediti al Centro nazionale di riferimento per le infezioni virali emergenti (CRIVE) di Ginevra e sono tutti risultati negativi, ha precisato ai media Daniel Koch, responsabile della divisione per le malattie trasmissibili dell'UFSP.

Per quanto riguarda la situazione internazionale, essa è ancora poco chiara. Le notizie sul coronavirus sono in costante evoluzione e occorre attendersi ad altri casi in Europa, ha detto dal canto suo Patrick Mathys, capo della sezione gestione delle crisi e collaborazione internazionale dell'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP). A suo avviso, non è escluso che anche la Svizzera possa essere toccata dal virus prima o poi.

Alle autorità risulta tuttavia impossibile rispondere individualmente alle domande poste dai cittadini, ha aggiunto Koch. Per questo motivo, una "hotline" sarà aperta nei prossimi giorni per soddisfare tutte le richieste della popolazione.

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COMMENTI
 

sedelin 4 anni fa su tio
povero: soffrirà d'infarto e/o di psicosi!

miba 4 anni fa su tio
Risposta a sedelin
Ciao sedelin, alla faccia del coronavirus, se questo muore sarà per una crisi d'ansia da svizzero tedesco :):):)

tazmaniac 4 anni fa su tio
no no, che caspita, lasciatelo giù! Che poi senò ci porta qui la malattia...

tazmaniac 4 anni fa su tio
Risposta a tazmaniac
...sennò...

BillieJoe 4 anni fa su tio
Capisco la fretta di scrivere la notizia, ma ci sono più errori in questo articolo, che in tema di un bambino di prima elementare...

miba 4 anni fa su tio
....in particolare persone a rischio, come anziani o malati ed inoltre la maggior parte delle vittime è over 60. Ecco, solo da questo si capisce molto sulla presunta pandemia, catastrofe, calamità, ecc ecc ecc

Bayron 4 anni fa su tio
Ma va!! Pensarci prima no eh!!

GI 4 anni fa su tio
forse avrebbe dovuto partire appena ci sono stati i primi contagiati...ora è troppo tardi....

roma 4 anni fa su tio
...ma anche NO.
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