La Cina blocca la vendita di viaggi di gruppo. Preoccupato il settore elvetico. Meno il Ticino. Da noi solo l’1,4% dei pernottamenti sono cinesi
ZURIGO - I turisti cinesi? Soprattutto a Interlaken e Lucerna sono una presenza costante. Ma la Cina è rilevante anche a livello nazionale: nel 2019 ha generato 1,3 milioni di pernottamenti, posizionandosi come quarto mercato straniero più importante.
Nella maggior parte dei casi si tratta di comitive che girano l’Europa in pullman. Ma questo presto non sarà più possibile: a causa della diffusione del coronavirus, da oggi il ministero del turismo cinese ha infatti bloccato la vendita di viaggi di gruppo all’estero. Quindi anche in Europa. Le prenotazioni di voli cancellate stanno già crescendo e, secondo le prime stime, il numero di viaggiatori provenienti dalla Cina diminuirà del 30-50% nelle prossime settimane e mesi.
Settore preoccupato - Una decisione che suscita molta preoccupazione nel settore turistico elvetico, come conferma Markus Berger, portavoce di Svizzera Turismo. «Non è possibile determinare gli effetti del blocco, e non si conosce nemmeno la durata della misura». Ma oltre la metà dei visitatori provenienti dalla Cina fa parte di una comitiva. E si tratta di visitatori che spendono volentieri soldi nel nostro paese: «In media 380 franchi al giorno per persona». Soltanto i turisti provenienti dai paesi del Golfo fanno meglio.
I visitatori cinesi sono, secondo il portavoce, un elemento importante per il turismo elvetico. «Soprattutto per la loro voglia di spendere, combinata con il potenziale di crescita». Il blocco della vendita di viaggi di gruppo si farà quindi sentire.
Destinazione Svizzera centrale - La situazione potrebbe colpire in particolare la Svizzera centrale. E soprattutto Lucerna, dove nel 2019 il 10% dei pernottamenti era generato da turisti cinesi. È più ottimista la società delle Jungfraubahnen: «Il 40% dei nostri clienti cinesi sono viaggiatori individuali» sottolinea il CEO Urs Kessler.
Ticino: «Mercato secondario» - Per il Ticino il blocco cinese non dovrebbe rappresentare un problema, in quanto per la regione la Cina rappresenta un mercato secondario, come ci fanno sapere da Ticino Turismo. Sul fronte dei pernottamento, nel 2018 quelli di visitatori cinesi erano soltanto l’1,4%.
Swiss - A causa del virus, Swiss sta osservando un aumento delle disdette, anche se nel complesso si tratta ancora di una cifra contenuta. La controllata di Lufthansa non ha fornito numeri concreti.
Treni - Per le ferrovie le conseguenze si stanno facendo attendere. La Jungfraubahn, i cui passeggeri per un quinto sono cinesi, non ha ricevuto cancellazioni. Stesso discorso per la ferrovia di montagna del Titlis. L'impatto è limitato anche perché febbraio e marzo non sono tipici mesi di viaggio per i cinesi. Diverso il discorso per il periodo da maggio a ottobre, quando l'affluenza dal Paese asiatico aumenta considerevolmente.