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VAUDLampadine in frantumi e minacce di morte hanno portato alla condanna di Ravenel

10.01.20 - 14:25
Il presidente democentrista del Gran Consiglio vodese ha svelato il decreto d'accusa a suo carico
keystone-sda.ch (JEAN-CHRISTOPHE BOTT)
Al centro della foto, Yves Ravenel scende le scale del Gran Consiglio vodese
Al centro della foto, Yves Ravenel scende le scale del Gran Consiglio vodese
Lampadine in frantumi e minacce di morte hanno portato alla condanna di Ravenel
Il presidente democentrista del Gran Consiglio vodese ha svelato il decreto d'accusa a suo carico

LOSANNA - Il presidente del Gran Consiglio vodese Yves Ravenel (UDC) ha consegnato al quotidiano 24 Heures il decreto d'accusa con cui in agosto è stato condannato per le minacce proferite contro la moglie, quando la coppia stava per divorziare. Martedì farà sapere se intende lasciare o meno la propria carica.

Contattato da Keystone-ATS, Ravenel ha suggerito di rivolgersi al presidente della sezione cantonale del partito, Kevin Grangier, il quale ha confermato la trascrizione apparsa sul giornale. Secondo quanto si legge, nel gennaio 2019 il primo cittadino vodese ha rotto alcune lampadine brandendo una scopa fuori dall'abitazione della moglie, dalla quale stava divorziando e di cui era vicino di casa.

Stando al decreto d'accusa, Ravenel era molto innervosito dalle luci esterne accese. Per questo ha distrutto quelle sulla terrazza e quelle sopra la porta d'entrata della donna, che, impaurita, si trovava in casa, a circa un metro da lui. Il politico ha infine lanciato la scopa verso la consorte, un punto che il diretto interessato contesta.

Il sindaco di Trélex (VD) è anche stato condannato per un altro episodio, del settembre 2016. Il decreto d'accusa riporta che Ravenel, in quell'occasione, ha minacciato la moglie dicendole che un giorno l'avrebbe uccisa se avesse continuato ad agire così in merito alle questioni finanziari del divorzio. Sul momento però la donna non si era particolarmente allarmata o spaventata.

Per i due fatti, il Ministero pubblico ha inflitto all'uomo per minaccia qualificata e tentativo di minaccia qualificata una pena pecuniaria di 60 aliquote giornaliere da 80 franchi l'una, sospese con la condizionale per due anni, oltre a una multa di 960 franchi. Dovrà inoltre farsi carico di spese procedurali e indennità alla parte avversa per circa 5000 franchi.

In un primo tempo, il presidente del legislativo cantonale si era opposto alla decisione della procura, il che avrebbe portato a un processo alla fine di gennaio. In un secondo momento ha poi cambiato idea, accettando la condanna per decreto d'accusa.

Lo scandalo, scoppiato qualche giorno fa, ha gettato nel caos l'UDC. Ravenel ha rinunciato a dirigere la seduta del Gran Consiglio di tre giorni fa, precisando poi che martedì annuncerà direttamente ai colleghi in parlamento come intende muoversi. Socialisti, verdi e sinistra radicale invocano le sue dimissioni.

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