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SVIZZERACaso Depakin, bacchettati industria farmaceutica e Swissmedic

06.01.20 - 12:58
La presidente della Federazione svizzera dei pazienti Brigitte Crottaz definisce «negligente» il loro atteggiamento sul medicinale che ha causato malformazioni e problemi mentali in diversi bimbi
Deposit (archivio)
Caso Depakin, bacchettati industria farmaceutica e Swissmedic
La presidente della Federazione svizzera dei pazienti Brigitte Crottaz definisce «negligente» il loro atteggiamento sul medicinale che ha causato malformazioni e problemi mentali in diversi bimbi

BERNA - L'industria farmaceutica ha dimostrato una grave negligenza riguardo al farmaco Depakin. Lo sostiene Brigitte Crottaz, presidente a interim della Federazione svizzera dei pazienti e consigliera nazionale (PS/VD) in un'intervista al quotidiano La Liberté di oggi. Il medicinale prescritto a donne incinte per trattare l'epilessia ha causato malformazioni e/o problemi di sviluppo mentale in alcuni bambini.

Riferendosi alle rivelazioni apparse ieri sul Matin Dimanche e SonntagsZeitung, Crottaz - di formazione medico - dichiara che «è abbastanza scioccante vedere con quale lentezza il foglietto illustrativo del farmaco sia stato cambiato». Ciò fa perdere fiducia nel sistema di farmacovigilanza».

La situazione è molto difficile - riconosce - in quanto numerosi medicinali sono incompatibili con la gravidanza, ma allo stesso tempo alcuni trattamenti devono essere mantenuti durante questo periodo.

Visibilmente, il fabbricante del Depakin è stato negligente nei suoi foglietti illustrativi, secondo Crottaz. Successivamente alcuni neurologi e ginecologi hanno mostrato scarso interesse per modificare il trattamento della futura madre.

Per la consigliera nazionale non è escluso che alcuni medici abbiano trascurato la loro formazione continua e non siano stati coscienti del problema. In Svizzera tuttavia i medici hanno mostrato una maggiore consapevolezza rispetto per esempio ai loro colleghi in Francia.

Crottaz bacchetta anche l'Istituto svizzero per gli agenti terapeutici Swissmedic: in un rapporto commissionato dal Consiglio federale «è scritto che l'autorità per l'approvazione dei medicinali non ha esaminato tutti i dossier trasmessi dal 2012. Dal 1990, sono state fatte 800 segnalazioni e Swissmedic necessita talvolta di diverse settimane per trattarne una». Per la consigliera nazionale socialista ciò «è sorprendente e fa paura», aggiungendo che occorre riflettere alla ristrutturazione di Swissmedic, in modo da rendere questo servizio maggiormente neutrale e rapido. I principali responsabili si trovano tuttavia nell'industria farmaceutica «che ha incassato milioni» con Depakin.

Causa civile - Ieri la stampa domenicale riportava che in Svizzera una decina di genitori si sono rivolti alla giustizia civile riguardo alla somministrazione del farmaco. L'accusa nei confronti dei loro neurologi e del produttore, la società francese Sanofi, è di non averli avvisati in merito ai rischi per il feto.

Il Depakin è ancora prescritto per trattare oltre che l'epilessia anche le emicranie, nonostante sia da tempo molto controverso. Da oltre quindici anni infatti gli esperti sostengono che il principio attivo del farmaco, l'acido valproico (o valproato), provochi disturbi nello sviluppo psicomotorio, cognitivo e mentale nel 30-40% dei casi.

Le future madri non sarebbero state informate di questi pericoli. Inoltre, Swissmedic avrebbe sì formulato un avvertimento, ma tardivamente. Stando a un rapporto commissionato dal Consiglio federale in Svizzera gli episodi accertati di bambini nati con danni cerebrali legati all'assunzione del Depakin sono 39.

Tuttavia secondo Thierry Buclin, professore al servizio di farmacologia clinica dell'Ospedale universitario di Losanna (CHUV) - interrogato da Le Matin Dimanche - il dato è «grossolanamente sottovalutato». A suo dire lo studio è lacunoso, in quanto non tiene conto dell'effetto transgenerazionale del Depakin, recentemente portato alla luce da alcuni ricercatori.

Autorizzato in Svizzera dagli anni '70, il medicamento al centro dello scandalo non menzionava sul foglietto illustrativo gli effetti collaterali fino al 2015. In Francia, dove i bambini colpiti sarebbero addirittura 6500, alla fine del 2016 l'associazione delle vittime ha avviato un'azione collettiva contro Sanofi per ottenere un risarcimento.

Secondo la Lega svizzera contro l'epilessia, oltre 70'000 persone in Svizzera soffrono di questa malattia neurologica.

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