L'artista dissidente rimprovera a Berna e all'Europa un'eccessiva accondiscendenza dettata da interessi economici: «Avete rinunciato ai vostri valori e i cinesi ridono»
ZURIGO - L'aver firmato con la Cina il memorandum d'intesa sulla Via della seta senza un accenno ai diritti umani è stato un errore da parte della Svizzera. È quanto dichiarato dall'artista cinese Ai Weiwei in una lunga intervista pubblicata oggi dal "Tages-Anzeiger".
L'artista dissidente deplora in generale l'atteggiamento arrendevole dell'Europa nei confronti del suo Paese di origine.
Dichiarandosi un amico della Confederazione, Ai Weiwei sostiene che la Svizzera non avrebbe dovuto sacrificare uno dei suoi argomenti centrali per ragioni finanziarie. A suo avviso i cinesi hanno riso del fatto che un paese così rispettabile abbia rinunciato ai propri valori.
L'artista cinese, attualmente residente a Cambridge (GB) con moglie e figlio, rimprovera al nostro Paese e al mondo occidentale in generale un atteggiamento ingenuo nei confronti della Cina. Il regime, benché non ci creda più, si basa ancora sull'ideologia di Marx e Lenin. I circa 80 milioni di membri del partito comunista devono giurare fedeltà al partito il cui obiettivo è la vittoria sul capitalismo. «Chi ha a che fare con un simile regime, deve agire con prudenza», mette in guardia Ai Weiwei.
Nell'intervista, lo stesso Ai Weiwei fa autocritica, in relazione alla collaborazione con gli architetti basilesi Herzog e De Meuron in occasione della realizzazione dello stadio olimpico di Pechino nel 2008 soprannominato "Nido d'uccello". Potesse tornare indietro, non parteciperebbe più alla sua realizzazione. «All'epoca, pensavamo che la Cina si sarebbe aperta, ciò che non è accaduto. Ci siamo sbagliati. Già prima dell'inizio dei giochi mi è risultato chiaro che ciò non sarebbe successo; per questo motivo non ho partecipato alla cerimonia di apertura», ha dichiarato al quotidiano zurighese.
Ai Weiwei chiede agli artisti, ai governi e anche alle grandi imprese occidentali di difendere maggiormente i valori in cui credono.