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SVIZZERA«Non solo guadagnano milioni, i medici dell'AI fanno copia-incolla»

17.12.19 - 21:00
In Consiglio nazionale la discussione attorno all'operato e alle retribuzioni da capogiro degli esperti. Berset: «Indagine affidata a un ente esterno»
Depositphotos - foto d'archivio
«Non solo guadagnano milioni, i medici dell'AI fanno copia-incolla»
In Consiglio nazionale la discussione attorno all'operato e alle retribuzioni da capogiro degli esperti. Berset: «Indagine affidata a un ente esterno»

BERNA - I medici dell’assicurazione per l’invalidità (Ai) sono nuovamente sotto la lente. Dopo il documento sulle retribuzioni diffuso dal SonntagsBlick, da cui è emerso che alcuni dottori intascano milioni di franchi grazie ai servizi che offrono all’Ai, ora si parla di “scandalo copia-incolla”.

È quanto emerso ieri in Consiglio nazionale, quando Stefan Müller Altermatt (Ppd Soletta) ha parlato, durante l’ora delle domande, del caso di un dottore di Berna che avrebbe emesso sedici rapporti «simili» in qualità di esperto. Ovviamente, per sedici persone differenti. Per tutte loro i vari medici curanti avevano previsto un’incapacità lavorativa, mentre il dottore in questione avrebbe scritto che erano abili al lavoro, con frasi e parole che figuravano in tutti e 16 i rapporti. E c'è anche il suo nome nel famoso documento sulle retribuzioni: a partire dal 2012 ha guadagnato 3,1 milioni di franchi quale esperto per l’Ai.

Il caso sollevato - riferisce le Matin - non è piaciuto ad Alain Berset, a capo del Dipartimento federale dell’interno. «La valutazione della salute di un assicurato è una questione individuale e deve essere svolta caso per caso. Che l’esperto si limiti a fare copia-incolla dagli elementi ravvisati su un’altra persona non è accettabile per l’Ai». Secondo il consigliere federale, però, l’Ufficio federale delle assicurazioni sociali (Ufas) non è a conoscenza del caso specifico. Se così fosse, ha aggiunto, «a quel medico non verrebbero preventivamente attribuiti nuovi casi».

In aula l’argomento ha acceso la discussione tra i consiglieri nazionali, tra «procedure distorte», «opinioni contrastanti degli esperti a danno degli assicurati», «entrate esagerate» e ora il «copia-incolla». Berset è stato cauto nelle sue risposte, ma ha chiarito che in novembre il Dipartimento ha deciso di avviare un’indagine sulla situazione, attribuita a un ente esterno.

Nadine Masshardt (Ps Zurigo) ha parlato anche del caso di una donna a cui l’Ai ha rifiutato delle misure di formazione in quanto in cattiva salute, per poi darle risposta negativa anche sulla concessione dell’Ai perché non considerata inabile al lavoro. La capacità lavorativa al 100% sarebbe stata valutata da un medico esperto che dall’Ai ha incassato 334’000 franchi solo nel 2018. Sul tema delle remunerazioni, Berset ha precisato che «sono state fissate nel 2012 dal Tribunale federale».

Sarà l’indagine affidata all’ente esterno, a questo punto, a chiarire tutti i punti “bui” attorno alla questione Ai.

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