In media, una famiglia mette da parte 1'460 franchi al mese. Romandi e ticinesi, però, risparmiano meno che in passato. Rosso sempre più profondo per i redditi più bassi
BERNA - Gli svizzeri non hanno mai risparmiato così tanto. Come rivela la nuova analisi “Redditi e spese delle economie domestiche” pubblicata dall'Ufficio federale di statistica (UST), tra il 2015 e il 2017, in media, ogni famiglia ha messo da parte 1’460 franchi al mese. Un dato in continua crescita dal 2006, quando tale importo si fermava a 913 franchi.
Se si scava un po’ più a fondo, però, si scopre che il trend positivo della capacità di risparmio delle economie domestiche continua a interessare solo la Svizzera tedesca. Qui, i soldi messi da parte in media dalle famiglie sono passati infatti da 1’423 franchi nel 2012-2014 a 1’606 al mese nel 2015-2017. In Romandia, invece, tale dato è crollato da 1’420 a 1’103 franchi al mese e nella Svizzera italiana è sceso da 1’160 a 1’090.
Grosse differenze si notano anche tra le diverse classi di reddito. Se tra il 2015 e il 2017 le famiglie con un reddito lordo di più di 20’023 franchi al mese hanno messo da parte 4’859 franchi al mese, quelle nella classe di reddito di meno di 4’194 franchi al mese (20% del totale) sono state in perdita di 706 franchi al mese, l’importo più consistente dal 2006 a questa parte.
«La forbice tra chi guadagna bene e chi no si sta allargando. La classe media sta evaporando. La metà di essa sta diventando sempre più povera», spiega a 20 Minuten Sébastian Mercier, dell’associazione Schuldenberatung Schweiz (Consulenza debiti Svizzera). Molti, mette in guardia, sono a rischio indebitamento.
Secondo l’economista di Avenir Suisse Marco Salvi, invece, il fatto che la classe di reddito più bassa non riesca a risparmiare nulla e, anzi, spenda più di quanto guadagni necessita di un chiarimento: «Nella classe di reddito più bassa si trovano solitamente molti giovani. Spesso risparmiano poco perché non lavorano ancora e devono pagare le spese per la loro formazione - afferma -. Allo stesso tempo, però, in futuro potranno contare su maggiori entrate grazie a una migliore remunerazione».
Per Salvi, tuttavia, non è sorprendente che, complessivamente, si risparmi di più rispetto al passato. Il dato fornito dalla Confederazione, del resto, non tiene conto di altre forme di risparmio: «Una parte importante dei risparmi, in particolar modo i pagamenti del datore di lavoro alla cassa pensioni, non sono per niente conteggiati in questa indagine», fa notare l’economista. Se non si considera la Cina, gli Svizzeri possono essere considerati dei campioni del mondo di risparmio, sottolinea.
Secondo Daniel Lampart, capo economista dell’Unione sindacale svizzera, lo svizzero medio risparmia pure troppo: «Non è solo a causa dello shopping online che sempre più superfici commerciali in posizioni ottime rimangono vuote. Dipende anche dal potere d’acquisto in calo», sostiene. Per l’economia e i posti di lavoro, insomma, sarebbe meglio che si risparmiasse di meno e si favorissero i consumi.
La quota di risparmio in crescita (dal 10,2% del reddito nel 2006-2008 al 14,7% nel 2015-2017) dipende secondo Lampart dal crescente timore degli svizzeri riguardo alla propria rendita pensionistica e al divario sempre più grande tra i salari. «Banche e assicurazioni fomentano soprattutto tra i giovani la paura di un collasso demografico e di una crisi della previdenza vecchiaia», spiega l’economista. A loro, conclude, si chiede di mettere da parte risparmi privati per sicurezza.