L'imprenditore si è aggiudicato il cilindro appartenuto a Hitler e una copia del "Mein Kampf". Per una nobile causa: «È estremamente importante che questi cimeli non finiscano nelle mani sbagliate»
MONACO DI BAVIERA - Adbdallah Chatila, imprenditore attivo nel settore immobiliare residente a Ginevra, ha acquistato alcuni oggetti appartenuti ad Adolf Hitler durante la controversa asta svoltasi mercoledì sera vicino a Monaco di Baviera. «Per me è estremamente importante che i cimeli di questo momento storico così doloroso non finiscano nelle mani sbagliate», ha dichiarato. Nello specifico, l'uomo d'affari di origini libanesi, stabilitosi in Svizzera nel 1988, si è aggiudicato il cappello a cilindro appartenuto al Führer - base d'asta fissata a 12'500 euro (13'700 franchi) - e una copia del "Mein Kampf" (edizione limitata).
Nobile causa - Questi oggetti saranno donati all'organizzazione israeliana no profit Keren Hajessod. «Saranno loro a decidere cosa farne», precisa l'imprenditore in una nota. Anche se il ginevrino spera che finiscano nel museo dell'Olocausto per fungere da monito alle generazioni future. «In questo periodo in cui i nazionalismi e l'antisemitismo stanno dilagando in Europa vorrei dare un piccolo contributo con i mezzi che ho a disposizione».
Indignazione nella comunità ebraica - I nobili motivi d'acquisto di Adbdallah Chatila non hanno però smorzato le polemiche sull'asta organizzata da Hermann Historica. La comunità ebraica, infatti, negli scorsi giorni si era detta «indignata» da questo evento. «Il mio non è un appello giuridico, ma morale», aveva scritto il rabbino Menachem Margolin, capo dell'Associazione ebraica europea, in una lettera pubblicata dal quotidiano tedesco Tagesspiegel lo scorso giovedì. «Quello che fate non è proibito, ma è eticamente non appropriato». Il rabbino ritiene infatti che questi cimeli non «abbiano alcun valore storico» e siano «principalmente ambiti da coloro che glorificano il Terzo Reich».
Grande successo - Da parte sua, il direttore della casa d'aste tedesca scaccia le polemiche e si gode l'ottima riuscita dell'evento. «Sì, Hitler vende», ha ammesso candidamente alla "Bild" Bernhard Pacher. Per lui i cimeli di Hitler sono andati a clienti «che si avvicinano in modo critico» al nazismo. L'asta ha riscosso una partecipazione più alta delle attese, tanto che la chiusura prevista alle 18.00 è stata posticipata a mezzanotte. Degli 800 pezzi presenti, all'ora della chiusura ne erano stati venduti 500. «Non ci aspettavamo tanti clienti via internet e in sala», ha concluso Pacher.