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SVIZZERAAssistenza sociale, il rischio aumenta per gli over 45

22.10.19 - 10:00
L'analisi a lungo termine realizzata in occasione del 20esimo anniversario del monitoraggio mostra che la percentuale di persone che deve ricorrere alle prestazioni è rimasta generalmente stabile
Ti Press
Assistenza sociale, il rischio aumenta per gli over 45
L'analisi a lungo termine realizzata in occasione del 20esimo anniversario del monitoraggio mostra che la percentuale di persone che deve ricorrere alle prestazioni è rimasta generalmente stabile

BERNA - Chi ha più di 45 anni o è senza qualifiche professionali ha un rischio più elevato di finire in assistenza sociale. Il 54% dei beneficiari infatti non ha una formazione professionale, stando agli ultimi dati resi noti oggi dall'Iniziativa delle città per la politica sociale nel corso di una conferenza stampa a Berna.

L'analisi a lungo termine realizzata in occasione del 20esimo anniversario del monitoraggio mostra che la percentuale di persone che deve ricorrere alle prestazioni è rimasta generalmente stabile. In 8 delle 14 città di riferimento il tasso di assistenza sociale è invariato, mentre in altre 6 è diminuito.

È cambiato invece il rischio di dover dipendere dall'assistenza a seconda della fasce di età e delle caratteristiche socioprofessionali. Per le persone prive di qualifiche professionali è sempre più difficile garantirsi un reddito, e quindi sempre più spesso devono far ricorso alle prestazioni statali per vivere. Nell'ultimo decennio è inoltre sensibilmente cresciuto il tasso di assistenza sociale per i lavoratori cosiddetti anziani: per la fascia di età 46-55 anni è salito dal 4,9 al 5,7%, per i 56-64 anni dal 3,3 al 4,8%. Per contro, per i giovani tra i 18-35 anni è diminuito costantemente nel corso dell'ultimo decennio.

Secondo l'Iniziativa delle città, gli over 45 sono confrontati a diversi problemi: cambiamenti strutturali dell'economia, difficoltà a trovare un impiego, formazione professionale inadeguata o problemi di salute. Le città quindi sono favorevoli all'introduzione di una "rendita ponte" per gli ultrasessantenni che non riescono a ritrovare un impiego, come proposto dal Consiglio federale. Si tratta di un passo piccolo, ma è importante perché potrebbe colmare un vuoto nel sistema sociale, precisa un comunicato.

Anche la mozione presentata dal consigliere nazionale solettese Kurt Fluri (PLR), presidente dell'Unione delle città svizzere, va nella giusta direzione. Chiede infatti alla Confederazione di mettere a disposizione 40 milioni di franchi per promuovere le competenze di base e la formazione professionale dei beneficiari di assistenza sociale.

Anche se la percentuale di nuovi beneficiari nelle città tende a diminuire, il periodo durante il quale ricorrono alle prestazioni aumenta ed è ora di 46 mesi in media. Fra i gruppi a rischio continuano a figurare le famiglie monoparentali o numerose: per i genitori soli il rischio supera addirittura il 10% in tutte le città prese in considerazione.

Le 14 città e agglomerazioni monitorate dall'Iniziativa delle città per una politica sociale sono Zurigo, Basilea, Losanna, Berna, Winterthur (ZH), Lucerna, San Gallo, Bienne (BE), Sciaffusa, Coira, Uster (ZH), Zugo, Wädenswil (ZH) e Schlieren (ZH). Non ci sono quindi dati relativi al sud della Alpi.
 
 

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