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SVIZZERA / FRANCIA«Chi è il Signor Cotti?», l'ex consigliere di Chirac fa mea culpa

01.10.19 - 16:09
Jean-David Levitte si assume la responsabilità della gaffe. Il presidente francese pronunciò la frase "storica" durante una delle sue prime visite in Svizzera nel 1996
Keystone (archivio)
Un incontro tra Chirac e il presidente svizzero Delamuraz nel 1996 a Ginevra.
Un incontro tra Chirac e il presidente svizzero Delamuraz nel 1996 a Ginevra.
«Chi è il Signor Cotti?», l'ex consigliere di Chirac fa mea culpa
Jean-David Levitte si assume la responsabilità della gaffe. Il presidente francese pronunciò la frase "storica" durante una delle sue prime visite in Svizzera nel 1996

GINEVRA - «Qui est Monsieur Cotti?», ovvero «Chi è il Signor Cotti?», è la storica frase pronunciata nel 1996 dall'allora presidente francese Jacques Chirac in una delle sue prime visite in Svizzera. Oltre 20 anni dopo il suo ex consigliere diplomatico si assume la responsabilità della gaffe.

Chirac - scomparso giovedì scorso - incontrò il presidente della Confederazione Jean-Pascal Delamuraz e Flavio Cotti, all'epoca responsabile dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE) quale capo della diplomazia elvetica.

Jacques Chirac chiese immediatamente a un collaboratore chi fosse il politico ticinese. A rispondere ci pensò il consigliere diplomatico Jean-David Levitte, che occuperà poi le stesse funzioni per il presidente Nicolas Sarkozy.

Anche ex ambasciatore, il 73enne Levitte è diventato a inizio settembre presidente del Centro della politica di sicurezza di Ginevra (GCSP), istituzione finanziata dalla Confederazione. La gaffe «fu interamente colpa mia», ha affermato sorridendo all'agenzia Keystone-ATS. L'ex consigliere aveva preparato le note per Chirac, «ma non avevo menzionato l'identità e nemmeno i titoli di Flavio Cotti», ha detto Levitte.

L'errore fece molto discutere ma non ebbe conseguenze concreti nei rapporti fra Svizzera e Francia. Recentemente lo stesso Cotti ha dichiarato di avere un «ricordo molto buono» di Chirac. In generale quest'ultimo aveva «un'eccellente conoscenza della Confederazione» e una «ammirazione per il funzionamento della democrazia svizzera», ha aggiunto Levitte.

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