Sempre più bagnanti portano il telefono con sé in acqua per scattare foto da condividere. I soccorritori mettono in guardia
BERNA - Per molti, lo smartphone è un accessorio inseparabile, anche quando ci si immerge in un elemento che proprio amico degli apparecchi elettronici non è: l’acqua. Così, nell’Aare a Berna si osservano sempre più spesso bagnanti che si lasciano, come è consuetudine, trasportare dalla corrente del fiume ma con il telefonino in mano.
Un selfie qui, una foto là e - per evitare che il dispositivo finisca sott'acqua - per nuotare rimane una mano sola. Un comportamento che può essere pericoloso: «Per nuotare servono chiaramente entrambe le mani, specialmente in un fiume», sottolinea Philipp Binaghi, portavoce della Società svizzera di salvataggio (Sss). Tenere lo smartphone in mano, insomma, non è una buona idea: «Quando si rendono attente le persone su questo pericolo sostengono di avere tutto sotto controllo», afferma il responsabile. Tuttavia in molti si sopravvalutano, soprattutto tra i giovani adulti di sesso maschile, aggiunge.
Ogni anno in Svizzera annegano infatti in media 44 persone e l’80% sono maschi di età compresa tra i 15 e i 30 anni: «Una fascia d’età in cui tra i ragazzi vale il motto “No risk, no fun” (“Niente rischi, niente divertimento”, ndr)», sostiene Binaghi. L’esperto di salvataggio è convinto: «Anche in questo caso è solo questione di riuscire a scattare una bella foto nel fiume», spiega. Chi vuole condividere online la propria nuotata nell’Aare, però, farebbe meglio a usare una Go-Pro: «Così si hanno almeno entrambe le mani libere per muoversi in maniera sicura nel fiume», conclude l'esperto.