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SVIZZERACon un'agricoltura biologica si risparmierebbero 2000 tonnellate di pesticidi

03.07.19 - 07:04
I ricercatori offrono grandi opportunità per un'agricoltura senza pesticidi. Ciò richiederebbe la coltivazione di varietà più vecchie di frutta e verdura
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Con un'agricoltura biologica si risparmierebbero 2000 tonnellate di pesticidi
I ricercatori offrono grandi opportunità per un'agricoltura senza pesticidi. Ciò richiederebbe la coltivazione di varietà più vecchie di frutta e verdura

FRICK (AG) - I promotori delle iniziative “Acqua potabile pulita e cibo sano” e “Per una Svizzera senza pesticidi sintetici” sognano un’agricoltura priva di tali prodotti.

Ma il territorio elvetico è ancora lontano dall’obiettivo. Un nuovo studio dell’Istituto di ricerca dell’agricoltura biologica (FiBL) di Frick (AG) mostra però che se tutti passassero ad un’agricoltura completamente biologica, non verrebbero più utilizzati erbicidi nei pascoli - pari a 1300 tonnellate annue -, così come verrebbero risparmiate 480 tonnellate (ossia il 98,5%) di pesticidi nell’agricoltura e 150 (20%) nelle colture speciali. Particolarmente ridotta la percentuale in quest’ultimo settore poiché malattie e parassiti sono già in gran parte controllati con prodotti naturali. 

Complessivamente, tale passo rappresenterebbe un risparmio di quasi 2000 tonnellate di pesticidi.

«La pratica e la ricerca in ambito biologico dimostrano che gli erbicidi possono essere facilmente sostituiti con macchinari all’avanguardia, colture miste e rivestimenti del terreno», si legge nel comunicato del FiBL divulgato nella giornata di ieri. Inoltre, nella lotta contro gli agenti patogeni, i ricercatori vedono un grande potenziale anche nell’utilizzo di insetti e virus, così come in estratti vegetali e materiali naturali, in particolare nei minerali argillosi e negli estratti del latte.

«Per aprire la strada a un futuro senza pesticidi, l'agricoltura svizzera deve dare molta più importanza alle vecchie varietà di frutta e verdura», afferma Monika Messmer del FiBL. «Le mele Gala, ad esempio, sono molto sensibili agli agenti patogeni e dovrebbero lasciare il posto a varietà più robuste», aggiunge.

Tutto questo, in ogni caso, «richiede un periodo di conversione molto lungo - afferma Urs Niggli, direttore del FiBL - Un periodo in cui gli agricoltori si riorientano e investono». Sarebbe per cui necessario il sostegno della Confederazione.

Per Markus Ritter, presidente dell’Unione svizzera dei contadini, tali scenari sono inimmaginabili: «L’adozione di entrambe le iniziative si tradurrebbe in una forte diminuzione degli agricoltori, un massiccio aumento delle importazioni e di un incremento dei prezzi al consumo del 20-40%».

 

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