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ZURIGOL'università deve badare alla parità sessi

17.06.19 - 11:35
Lo ha deciso oggi il parlamento cantonale, che non ha voluto invece ancorare nel testo legale anche la "diversità"
tipress
L'università deve badare alla parità sessi
Lo ha deciso oggi il parlamento cantonale, che non ha voluto invece ancorare nel testo legale anche la "diversità"

ZURIGO - L'Università di Zurigo deve essere obbligata per legge a istituire al suo interno una ponderata parità dei sessi: lo ha deciso oggi in prima lettura il parlamento cantonale, che non ha voluto invece ancorare nel testo legale anche la "diversità".

Nella legge sull'università andrà stabilito che l'ateneo deve promuovere una reale parità di genere in tutte le funzioni e in tutti gli organi, compresi quelli direttivi, dove la percentuale di donne è attualmente soltanto del 5%. Anche nel corpo insegnante la percentuale di donne non va oltre il 21%.

La responsabile del dipartimento cantonale dell'istruzione Silvia Steiner (PPD) ha giudicato "insostenibile" questa sovra rappresentazione maschile. Lo squilibrio di genere non è dovuto al fatto che le donne sono meno abili, ha detto, ma alla mancanza di pari opportunità, ragione per cui si impone un correttivo.

Quasi tutti i gruppi parlamentari si sono mostrati dello stesso parere. Solo l'UDC non è d'accordo. Anche questa è una discriminazione, «la o il migliore dovrebbe avere il posto», ha sostenuto il suo deputato Hans-Peter Amrein per giustificare il no del gruppo democentrista. Con una simile regolamentazione - ha argomentato - si nominano persone che «non sono così capaci, ma sono del sesso giusto».

Il Gran Consiglio zurighese non ha voluto andare oltre: la proposta formulata dalle file rosso-verdi di ancorare nella legge anche la "diversità" è stata respinta. La stessa consigliera di Stato Steiner ha giudicato non necessario un simile completamento: il termine ha assolutamente bisogno di definizione e porterebbe ad ambiguità, ha detto.

L'Università di Zurigo si è già dotata nel settembre 2018 di una "Diversity policy" per promuovere la diversità. La direttiva prescrive che non siano più tollerate discriminazioni basate su età, disabilità, sesso, origine, religione, lingua o orientamento sessuale.

La seconda lettura della legge sull'università con votazione finale è prevista tra circa quattro settimane.

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