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SVIZZERAPeste suina africana: «Nessun caso, ma occorre rimanere vigili»

14.05.19 - 13:26
I prodotti alimentari (prosciutto, salame ecc.) provenienti dai paesi colpiti dall'epizoozia e introdotti in Svizzera rappresentano attualmente il maggiore rischio di diffusione della malattia
Keystone (archivio)
Peste suina africana: «Nessun caso, ma occorre rimanere vigili»
I prodotti alimentari (prosciutto, salame ecc.) provenienti dai paesi colpiti dall'epizoozia e introdotti in Svizzera rappresentano attualmente il maggiore rischio di diffusione della malattia

BERNA - La Svizzera è finora stata risparmiata dalla peste suina africana, che si espande in Europa. Per evitarne la propagazione, dall'aprile 2018 la Confederazione svolge un programma nazionale di riconoscimento precoce. Anche i consumatori possono contribuire.

Il programma ha lo scopo di osservare e individuare velocemente i cinghiali indigeni potenzialmente infetti, indica in un comunicato odierno l'Ufficio federale della sicurezza alimentare e di veterinaria (USAV). Già da un anno laboratori analizzano esemplari morti di tali animali consegnati da cacciatori e guardiacaccia della Svizzera e del Liechtenstein. Questi ultimi sono invitati a proseguire con la segnalazione di cinghiali malati, feriti o morti. Le carogne dei cinghiali devono venir sottoposte all'esame della malattia secondo le istruzioni dell'ufficio veterinario cantonale competente.

I prodotti alimentari (prosciutto, salame ecc.) provenienti dai paesi colpiti dall'epizoozia e introdotti in Svizzera rappresentano attualmente il maggiore rischio di diffusione della malattia. I cinghiali locali possono venir contagiati per disattenzione, ad esempio attraverso avanzi gettati nei boschi o nelle zone attigue alle aree di sosta.

La peste suina africana è una malattia virale altamente contagiosa e spesso fatale sia per i maiali domestici che per i cinghiali. Non rappresenta invece un rischio per l'uomo. Il contagio avviene attraverso il contatto diretto o con prodotti di animali infetti. L'espandersi della piaga ai maiali domestici avrebbe considerevoli conseguenze economiche per i contadini.

Originaria dell'Africa, l'epizoozia si è dapprima diffusa nella penisola iberica e in Sardegna. Attraverso il traffico viaggiatori è poi apparsa quasi ovunque. Dal 2014 è in crescita nei paesi dell'est dell'Unione europea. Attualmente sono diversi i Stati membri dell'Ue colpiti.
 
 

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