La società ha assunto una trentina di nuovi collaboratori per far fronte alle telefonate. E la situazione non si risolverà prima della prossima estate
BERNA - Il caos delle fatture in casa Serafe non è ancora risolto e non lo sarà almeno fino alla prossima estate. Lo scorso mese di gennaio, il nuovo organo di riscossione del canone radio-televisivo aveva inviato oltre 3 milioni e mezzo di fatture, alcune delle quali ad indirizzi errati. Un margine di «qualche centinaio», o al massimo «qualche migliaio», secondo l’Ufficio federale delle comunicazioni.
In realtà, come confermato dalla stessa Serafe al Blick, le fatture interessate sono circa 70mila, ovvero pari al 2% degli invii totali effettuati ad inizio anno. In un primo momento, la società aveva invitato i cittadini a rivolgersi direttamente agli sportelli comunali, provocando così a questi ultimi notevoli disagi.
La società è così dovuta correre ai ripari e nei mesi tra gennaio e marzo ha potenziato i propri call center con una trentina di nuove assunzioni. Nei giorni più caldi, ha confermato il portavoce Erich Heynen al quotidiano d’oltralpe, «sono arrivate fino a 10mila chiamate».
Nuovi errori possibili - La questione, come anticipato, non sarà completamente risolta prima della prossima estate secondo il Blick. I dati necessari a correggere le informazioni sono stati collezionati. La situazione giuridica attuale non permette però di adeguare immediatamente le prassi di riscossione, rendendo prima necessario l’invio dei dati corretti ai servizi di controllo abitanti dei comuni.
In altre parole, anche le fatture che saranno inviate fino al prossimo mese di giugno potrebbero contenere ancora errori. Quale sarà invece il costo di tutta l’opera di correzione non è al momento noto.