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SVIZZERAQuel (unico) click galeotto che ha messo nei guai un 19enne

27.04.19 - 11:13
Un giovane bosniaco ha condiviso un video pornografico su Instagram. Il risultato? È stato condannato e ha rischiato l'espulsione dalla Svizzera. Gli esperti: «Caso esemplare sull'utilizzo dei social»
Keystone
Quel (unico) click galeotto che ha messo nei guai un 19enne
Un giovane bosniaco ha condiviso un video pornografico su Instagram. Il risultato? È stato condannato e ha rischiato l'espulsione dalla Svizzera. Gli esperti: «Caso esemplare sull'utilizzo dei social»

BASILEA - Un click galeotto. Una condivisione su Instagram di un (unico) video pornografico. E la sua vita ha rischiato di venir distrutta per sempre. Lui è un giovane bosniaco di 19 anni e la sua odissea giudiziaria è iniziata nell'ottobre del 2017 quando ha deciso di condividere con i colleghi di lavoro un filmatino sconcio con protagonista un giovane ragazzo.

Quello che il diciannovenne non sapeva era che il video in questione ritraeva un minorenne. E il giovane bosniaco - come riferito dalla Basler Zeitung - è stato segnalato alle autorità svizzere dal Centro americano "For Missing and Exploited Children» per la divulgazione di materiale pedo-pornografico. E per questo reato ha pure rischiato l'espulsione.

Il ragazzo, apprendista elettricista, è caduto dalla nuvole quando è arrivata la denuncia. «Non l'ho mai considerato come pedo-pornografia. Era solo un filmato che ho girato a degli amici». Il caso, però, secondo gli esperti è esemplare su come (non) utilizzare i social. «Negli ultimi anni le denunce e le condanne di minori e giovani adulti per la condivisione di questi materiali sono aumentati a dismisura», precisa Verena Schmid della procura dei minorenni del Canton Basilea Città. «Quando i giovani vedono qualcosa di accattivante, lo condividono. Senza stare a pensare alle conseguenze». E i casi sono in continua crescita nonostante la prevenzione sul tema.

Il giovane bosniaco è stato condannato a pagare una multa salata (diverse migliaia di franchi) ma ha evitato l'espulsione. «Un diciannovenne in Svizzera non può difendersi affermando di non sapere che la divulgazione di pornografia è vietata», ha spiegato il giudice Andreas Schröder formulando la sentenza.

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