Si tratta di una pratica regolamentata, anche se rara. Il Cantone concede l'autorizzazione in casi particolari ed eccezionali
GINEVRA - Indossa un gilet che lo identifica quale addetto al servizio igiene delle FFS. Si trova nel sottopassaggio della stazione di Ginevra, accanto all’hotel Cornavin. Ha tra le mani una carabina e spara a un piccione. La scena, ripresa con il telefonino da un lettore di 20 minutes nella notte tra il 17 e il 18 aprile, non è di quelle che si vedono tutti i giorni. Ma non c’è nulla di illegale.
Come spiega Gottlieb Dandliker, ispettore cantonale della fauna presso il Dipartimento dell’ambiente, si tratta di una pratica molto rara in riva al lago, ma utile a tutelare la salute pubblica: è volte a impedire agli uccelli di espletare i propri escrementi in un luogo pubblico. Sterco che risulta dannoso in termini igienici.
L’uccisione dei piccioni avviene previa autorizzazione cantonale e viene effettuata da personale formato, che si assicura che l’uccello muoia sul colpo e che le persone che si trovano nella zona siano sempre al sicuro.
«A Ginevra è una pratica che viene autorizzata raramente», spiega Dandliker. Nel cantone si contano 2’300 coppie di piccioni e circa 5’000 nuove nascite all’anno: non è possibile intervenire con la carabina. «Il metodo più efficace è limitare il cibo. Nonostante la legge vieti di nutrire gli animali, ci sono troppe persone che danno loro da mangiare e in quantità eccessive».
Esistono quindi casi particolari ed eccezioni in cui viene utilizzata la carabina, «laddove gli uccelli rappresentano una seccatura eccessiva e non c’è altro modo di tenere sotto controllo la situazione». Le FFS beneficiano pertanto di un’autorizzazione annuale a procedere in tal senso, così come l’aeroporto e l’azienda di trasporti pubblici (tpg).
Nel 2018 sono 22 i piccioni che sono stati uccisi a Cornavin, 23 a Cointrin e uno a Lancy Pont-Rouge.