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SVIZZERACapelli, occhi e carnagione: l'identikit si farà con il Dna?

15.04.19 - 06:57
La consigliera federale Karin Keller-Sutter potrebbe aprire le porte all'uso del Dna per la ricostruzione di identikit realistici dei sospettati di reati
20 Minuten - Parabon NanoLabs
Capelli, occhi e carnagione: l'identikit si farà con il Dna?
La consigliera federale Karin Keller-Sutter potrebbe aprire le porte all'uso del Dna per la ricostruzione di identikit realistici dei sospettati di reati

ZURIGO - Il crudele stupro di Emmen del 2015 ha scioccato tutta la Svizzera: la ragazza, vittima di un ignoto ancora a piede libero, ha riportato lesioni tanto gravi da rimanere paralizzata. Malgrado sia in possesso del Dna del violentatore la polizia attraverso i controlli incrociati non è mai riuscita a rintracciarlo.

Le cose, però, potrebbero cambiare, come riportato dalla Zentralschweiz am Sonntag. La consigliera federale Karin Keller-Sutter potrebbe infatti aprire le porte all'uso del Dna per la ricostruzione di identikit realistici dei rei. Colore degli occhi, dei capelli, tonalità della pelle: tutto questo può essere ricostruito con un analisi in laboratorio.

«Un domani potremmo arrivare anche a dire se è calvo o riccio», conferma Cordula Haas dell'Università di Zurigo. Si tratta di una tecnologia ancora in corso di perfezionamento: «Per ora non è ancora scienza, gli algoritmi devono essere rodati e verificati», continua la ricercatrice.

Negli Stati Uniti però c'è chi garantisce di essere già in grado di ottenere risultati validi. Ma anche in caso ci si arrivasse, non sarebbe violazione della privacy? «Si tratta di dati sensibili che non verranno diffusi al di fuori del team d'indagine», conferma Haas.

L'idea però non piace all'Incaricato federale della protezione dati Adrian Lobsiger. Questo perché, se in un comune saltasse fuori – ad esempio – che il colpevole ha la pelle scura, tutti quelli con la pelle scura diventerebbero automaticamente sospettati: «Se si dovessero diffondere questi identikit generici c'è il rischio di astio e pregiudizi che, nel peggiore dei casi, potrebbero sfociare in violenza».

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