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GINEVRAStuprò e strangolò una 12enne, confermata la sentenza di primo grado

03.04.19 - 18:41
Il tassista etiope di 43 anni è stato riconosciuto colpevole anche in appello: dovrà scontare 20 anni di carcere
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I fiori e i messaggi lasciati ai piedi dell'immobile della famiglia della 12enne
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Stuprò e strangolò una 12enne, confermata la sentenza di primo grado
Il tassista etiope di 43 anni è stato riconosciuto colpevole anche in appello: dovrà scontare 20 anni di carcere

GINEVRA - Venti anni di prigione: è la condanna inflitta oggi dalla Camera penale d'appello e di revisione di Ginevra a un tassista etiope di 43 anni riconosciuto colpevole di aver stuprato e ucciso una 12enne nell'agosto 2012. La difesa aveva chiesto l'assoluzione.

Alla pena i giudici hanno aggiunto una misura di internamento. L'imputato è stato anche ritenuto colpevole dalla Corte di aver sottoposto ai peggiori tormenti alcune delle sue ex compagne, violentandole, sequestrandole e picchiandole. La Corte conferma così la sentenza che aveva emesso in prima istanza il Tribunale criminale di Ginevra il 22 giugno 2018.

Semhar era stata uccisa una sera di agosto 2012. L'accusato, che intratteneva all'epoca una relazione intima con la madre dell'adolescente, aveva sorpreso la 12enne a casa da sola. L'uomo l'aveva violentata e strangolata quindi nascosto il corpo sotto il letto matrimoniale.

Nella loro sentenza in prima istanza, i giudici avevano rilevato la colpa "estremamente pesante" dell'imputato. Anche se l'uomo ha sempre proclamato la propria innocenza, gli elementi riuniti nell'ambito delle indagini sono sufficienti per dissipare qualsiasi dubbio sulla sua colpevolezza, aveva rilevato la corte.

Sono state infatti trovate tracce del DNA dell'uomo particolarmente compromettenti: attorno al collo e all'interno delle mutandine della ragazza, sotto le sue unghie e sotto il letto dove il corpo della vittima era stato nascosto.

Anche l'alibi fornito dall'uomo per il giorno in cui è morta la ragazzina non gli ha impedito di commettere il delitto: sapeva che la dodicenne era sola in casa e ha avuto sufficiente tempo per nasconderne il cadavere, ripartire con il suo taxi e invitare al ristorante la mamma, la sorella e il fratellino della vittima.

Il caso aveva provocato una viva emozione a Ginevra. Nel corso del procedimento l'accusato ha negato di aver ucciso la ragazza. Il processo d'appello si era aperto già a fine gennaio, ma era stato interrotto e aggiornato dopo che una giudice si era appisolata durante il dibattimento.

Il procuratore Joël Schwarzentrub, che aveva chiesto la detenzione a vita e l'internamento del tassista, non è stato completamente seguito dalla Corte. La difesa che aveva chiesto l'assoluzione può ancora ricorrere al Tribunale federale.

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