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VALLESE«Ho visto l'azzurro del cielo, poi la neve mi ha inghiottito»

13.02.19 - 06:32
Una lotta fra la vita e la morte a 2'172 metri quella dell'alpinista Raphael Wellig travolto da una valanga a gennaio: «Ho un milione di angeli custodi»
RW
Raphael Wellig
Raphael Wellig
«Ho visto l'azzurro del cielo, poi la neve mi ha inghiottito»
Una lotta fra la vita e la morte a 2'172 metri quella dell'alpinista Raphael Wellig travolto da una valanga a gennaio: «Ho un milione di angeli custodi»

PORT-VALAIS - «In vita mia avrò fatto circa 2¦000 sciescursioni, ma un incidente del genere non mi era mai capitato», racconta Raphael Wellig 54 anni e alpinista appassionato, «è una cosa che ti dà una lezione di umiltà».

Lo scorso gennaio, lui e quattro amici erano impegnati nella risalita del monte Le Grammont nel canton Vallese. Il tempo era bello e per raggiungere la vetta a quota 2¦172 metri ci hanno messo poco più di tre orette. Solo mezz'ora dopo, però, stava lottando fra la vita e la morte.

Durante il percorso sul versante opposto della montagna, infatti, una slavina si è staccata un centinaio di metri sopra di lui travolgendolo.

«Mi ha preso e mi ha trascinato a valle per 200 metri, in un attimo ho visto il cielo azzurro e poi più nulla», ricorda. Sotto la massa bianca è rimasto praticamente immobile, salvo scavarsi un piccolo spazio per poter respirare. «Non ho tentato volutamente di combattere contro la neve per conservare le forze il più a lungo possibile. Mentre aspettavo pensavo a mia figlia Sarah Elena e sua madre».

Stando ai suoi compagni di escursione, Raphael era stato ricoperto da 120 centimetri di neve quando lo hanno ritrovato grazie a un apparecchio di ricerca in valanga.

«Sono rimasto sepolto per 8 minuti, poi mi hanno estratto», racconta. Dopo 15 minuti circa sono arrivati anche i soccorrittori della Air-Glaciers. La sua temperatura corporea era di 34,8 gradi: «In ospedale poi mi hanno confermato che ne ero uscito praticamente indenne».

La polizia vallesana, interpellata da 20 Minuten, conferma un intervento di soccorso nell'area il 19 gennaio. L'alpinista non ha altro che parole di elogio per i suoi salvatori: «Non avrei avuto una chance senza di loro. Davvero, ho avuto un milione di angeli custodi».

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