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SVIZZERAAccordo quadro: «Ci sono aspetti da chiarire al più presto»

31.01.19 - 13:53
Economiesuisse sostiene la conclusione dell'intesa e aggiunge: «Una volta firmato, tutti i dossier in sospeso tra Bruxelles e Berna dovranno essere sbloccati»
Keystone
Monika Rühl. direttrice di Economiesuisse
Monika Rühl. direttrice di Economiesuisse
Accordo quadro: «Ci sono aspetti da chiarire al più presto»
Economiesuisse sostiene la conclusione dell'intesa e aggiunge: «Una volta firmato, tutti i dossier in sospeso tra Bruxelles e Berna dovranno essere sbloccati»

BERNA - Economiesuisse sostiene la conclusione di un accordo quadro istituzionale con l'Unione europea. Per la Federazione delle imprese svizzere vi sono tuttavia ancora dei punti da chiarire al più presto e, una volta firmato l'accordo, tutti i dossier in sospeso tra Bruxelles e Berna dovranno essere sbloccati.

Secondo Economiesuisse, la sospensione dei negoziati con l'UE fino alle prossime elezioni federali non farebbe che procrastinare il problema. La Confederazione ha invece bisogno di un accordo quadro e di una tabella di marcia precisa per sviluppare ulteriormente la via bilaterale, ha sottolineato oggi la direttrice di Economiesuisse, Monika Rühl, in una conferenza stampa a Berna.

In questa "road map", le ha fatto eco il presidente dell'organizzazione Heinz Karrer, dovrebbero essere incluse tra l'altro le seguenti cooperazioni: la conclusione di un accordo sull'energia elettrica, un adeguamento dell'accordo sugli ostacoli tecnici al commercio, il riconoscimento dell'equivalenza della regolamentazione borsistica svizzera, la rinuncia alle misure dell'UE contro le esportazioni elvetiche di acciaio e alluminio, il riconoscimento dell'equivalenza nel settore della protezione dei dati, nonché un'associazione a pieno titolo di Berna all'accordo nell'ambito della ricerca "Horizon Europa".

I tre principali vantaggi - Ritornando all'accordo quadro in consultazione, la Rühl ha in particolare illustrato i tre vantaggi principali per l'economia elvetica: in primis, esso assicura alle imprese svizzere un accesso non discriminatorio al mercato interno europeo; inoltre, esso mantiene l'opzione di un futuro sviluppo della via bilaterale con nuovi accordi; infine, tutela la certezza del diritto.

Secondo il presidente di Economiesuisse, non v'è un modello alternativo equivalente all'accordo istituzionale. Un'adesione all'UE o allo Spazio economico europeo non ha alcuna chance dal punto di vista della politica interna. Ma anche un'unione doganale o un accordo di libero scambio non presentano vantaggi in termini di sovranità o di certezza giuridica.

Ma, sempre secondo Karrer, «ora ci vuole un segnale chiaro da parte dell'UE che indichi che è possibile proseguire la via bilaterale dopo la conclusione dell'accordo istituzionale e che si possano stipulare nuovi accordi».

CF chiarisca diversi punti - Sia Karrer che la Rühl si attendono inoltre che il Consiglio federale chiarisca diversi punti durante la fase di consultazione. A loro avviso, occorre da un lato precisare che «solo le regole di accesso al mercato sono interessate dall'obbligo di ripresa dinamica da parte della Svizzera». Inoltre, il Governo dovrebbe chiarire «in che modo i principi in materia di aiuti statali incidono sulla legge svizzera concernente le sovvenzioni e sul sistema federale elvetico».

Oltre a ciò, per i vertici di Economiesuisse, «è imperativo che il sistema di partenariato sociale e dei controlli sulla parità di trattamento da parte dei partner sociali svizzeri non venga limitato».

Un altro punto che dovrebbe essere chiarito riguarda il cambio di competenza in materia di versamento delle indennità di disoccupazione ai lavoratori frontalieri: competente in futuro non sarà più il Paese d'origine dei frontalieri, ma quello che li accoglie. Secondo Economiesuisse, i costi supplementari per l'assicurazione svizzera contro la disoccupazione potrebbero ammontare a centinaia di milioni di franchi.

Clausola di non discriminazione - Infine, l'organizzazione raccomanda al Consiglio federale di concordare una clausola di non discriminazione tra l'UE e la Svizzera per quanto concerne le relazioni economiche con il Regno Unito.

«È importante che le relazioni future tra Bruxelles e Londra non rechino pregiudizio alla Svizzera, e quindi in ultima analisi, anche all'UE», ha sottolineato Karrer.

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COMMENTI
 

LAMIA 5 anni fa su tio
Basta! Cassis NON SVENDERCI! E noi tutti troviamo un modo di affossare i doppi passaporti! Guardate gli Italiani in Venezuela e Argentina. Hanno votato e deciso e quando il caos è scoppiato stanno ritornando a casa lasciando nella cacca i nativi. QUELLO CHE SUCCEDERÀ IN SVIZZERA AI NATIVI COL SOLO PASSAPORTO ROSSO

Thor61 5 anni fa su tio
Questi pensano di andare a far denari nell'UE, mica hanno ancora capito che la motivazione alla base degli accordi voluti dall'UE servono solo a smantellare (Fagogitandola) l'economia elvetica. E questi sarebbero imprenditori?????? Ma va a ciapà i rat!!!

roma 5 anni fa su tio
Basta chiarimenti e approfondimenti. Non svendiamo la nostra bandiera.

Mattiatr 5 anni fa su tio
Risposta a roma
Già fatto, ora hanno accettato anche quella rettangolare :-(

lo spiaggiato 5 anni fa su tio
Bene... :-))))

Danny50 5 anni fa su tio
Andate a nascondervi, svenduti del menga. La vostra opinione non ci interessa. Speriamo vi eliminano presto perché inutili fuchi strapagati.
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