Costituiscono il 10% dei rifiuti domestici. In Italia, Pampers ha avviato un progetto pilota per riciclarli
ZURIGO - L’azienda di beni di consumo produttrice dei Pampers, “Procter & Gamble”, ha da poco preso a riciclare i celebri pannolini in uno stabilimento in Italia (v. box). Per il momento, però, in Svizzera continua a non esistere alcuna possibilità di riciclare o smaltire in maniera dedicata questi prodotti.
E ciò benché gli esperti di questioni ambientali lo reputino necessario: «I pannolini contengono plastica e mettono in pericolo l’ambiente», spiega l’attivista Gabriele Kull, di Stoppp Plastic Pollution Svizzera. Per lei, tuttavia, al riciclo bisognerebbe preferire il compostaggio in questo caso: «Le fabbriche (che si occupano di riciclo, ndr) impiegano energia ed acqua - sostiene -. Compostare, invece, è più efficiente in termini di risorse».
In Svizzera, così come in altri Paesi industrializzati, il consumo di pannolini è enorme:
I pannolini diventano lettiera per gatti
TREVISO. Banchi di scuola, mollette per il bucato e lettiera per gatti fatti con i pannolini usati: è quanto promette il produttore dei Pampers, “Procter & Gamble”. A fine 2018 l’azienda ha aperto a Treviso una fabbrica in cui si riciclano pannolini e bende provenienti da ospedali e case anziani. Qui, dovrebbero essere trattate 10mila tonnellate di pannolini all’anno. Finora risultava troppo difficile riutilizzare questi prodotti di scarto, che contengono materiali diversi come cellulosa, polimeri e plastica. Se questo progetto pilota dovesse avere successo, sarebbero aperti altri nove stabilimenti da qui al 2030.