L'ex brigatista, intervistato da "Le Iene", ha ammesso: «In quegli anni non avrei potuto sopravvivere in galera onestamente»
FRIBURGO - «Tu ti sei naturalizzato svizzero per sfuggire alla giustizia italiana? Sì, in quegli anni non avrei potuto sopravvivere in galera onestamente». A rispondere alla domanda è Alvaro Lojacono Baragiola. Dopo l'intervista rilasciata in esclusiva a tio.ch/20 minuti, l'ex brigatista ha parlato ancora, intervistato da “Le Iene”.
Gaetano Pecoraro lo ha raggiunto in Svizzera, pizzicandolo durante una pausa sul lavoro all'Università. Gli ha chiesto dettagli sul suo coinvolgimento nel sequestro Moro. «Tu cosa hai fatto?». «Lascia perdere» risponde Baragiola, che invita il giornalista a leggere la ricostruzione di Persichetti. Ma non nega le sue responsabilità: «C’è stata una parte della società che ha deciso di prendere le armi e ha tentato una rivoluzione».
L'ex brigatista contesta il tentativo di "integrare la vittima nel processo". «Ti vedono e dicono "ah, parla della vittima e non c'è la lacrimuccia, allora è un bastardo"». E precisa che «in quei delitti non c'era nulla di personale, era simbolico e funzionale». C'era la convinzione che eliminando certe persone «si mettesse in crisi il sistema».
L'inviato de "Le Iene" chiede in maniera diretta a Lojacono Baragiola se ha commesso l'omicidio dello studente di destra nel 1975, per cui è stato condannato in Italia. «Non lo so se l’ho commesso. Potevo essere io o un altro. È una roba che è successa per strada». Per l'omicidio del giudice Girolamo Tartaglione nel 1988 venne arrestato in Ticino e condannato a 17 anni di carcere. «Mi hanno arrestato, condannato e ho eseguito la pena in Svizzera» precisa Lojacono Baragiola.
Il 63enne a tio.ch/20 minuti aveva già detto: «Se ora l’Italia decidesse di muoversi con una richiesta come quella che ipotizza, io l’accetterei senza obiezioni, almeno metteremmo la parola fine a questa vicenda». Un concetto confermato a Gaetano Pecoraro de "Le Iene": «L’unica chance che ho è che venga eseguita qua. Io la assumo la mia vita, non cerco di nascondermi dietro al fatto che ero giovanissimo. Sono scelte e me le assumo».
Sul vice-premier italiano Matteo Salvini - che ha promesso di «andarli a prendere uno per uno» e sui social ha scritto di Baragiola «rida finché è in tempo, faremo tutto il possibile perché finisca finalmente in galera in Italia» - l'ex brigatista rosso ha detto: «Non mi fa paura. Politicamente però sì, lo trovo allucinante. Dubito però che venga fisicamente qui a far qualcosa, di grandi dichiarazioni di arresti di esuli ce n'è a pacchi insomma».