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ARGOVIAMaxi truffa con auto di lusso, iniziato il processo

07.01.19 - 10:15
Un 47enne è accusato di cattiva gestione, truffa per mestiere e ripetuta appropriazione indebita per un ammontare di almeno 17 milioni di franchi. Fra i raggirati anche alcuni clienti ticinesi
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Maxi truffa con auto di lusso, iniziato il processo
Un 47enne è accusato di cattiva gestione, truffa per mestiere e ripetuta appropriazione indebita per un ammontare di almeno 17 milioni di franchi. Fra i raggirati anche alcuni clienti ticinesi

LENZBURG - Si è aperto oggi davanti al Tribunale distrettuale di Lenzburg, in Argovia, il processo per una maxi truffa che vede sul banco degli imputati l'ex titolare di una società che vendeva auto di lusso fallita nel 2010. Le udienze si protrarranno fino al 23 gennaio.

L'ex titolare della "SAR premium cars AG", con sede a Dintikon (AG), deve rispondere di cattiva gestione, truffa per mestiere e ripetuta appropriazione indebita. L'inchiesta ha appurato appropriazioni indebite e truffe per un ammontare di almeno 17 milioni di franchi.

Il Ministero pubblico argoviese ha deciso lo scorso dicembre il rinvio a giudizio, al termine di un'inchiesta durata sei anni.

L'imputato è un cittadino svizzero 47enne di origini italiane che respinge le accuse. L'uomo gestiva un garage che a partire dal 2007 ha iniziato ad offrire in leasing auto di lusso a condizioni molto favorevoli. La società riuscì così a guadagnarsi molti clienti, fra cui anche personaggi del mondo dello sport e della finanza.

Secondo i dati emersi dall'inchiesta, la maxi truffa ha interessato auto delle marche più prestigiose. Il suo responsabile sarebbe riuscito a vendere a più persone la medesima auto. Secondo notizie di stampa, il raggiro ha interessato anche il Ticino, coinvolgendo banche, concessionarie e semplici acquirenti.

I contratti leasing erano per la maggior parte gestiti da Fidis Finance (Suisse) SA, società che nel maggio 2011 chiese il sequestro di tutte le vetture ancora in possesso di SAR. Secondo gli inquirenti la società SAR funzionava come una "catena di Sant'Antonio".

L'inchiesta sul fallimento della società di Dintikon (AG) si è rivelata estremamente complessa e costosa: per poter smaltire tutti i 676 procedimenti ad essa legati, nel 2011 il Cantone dovette stanziare 3,4 milioni di franchi serviti ad ingaggiare un nuovo procuratore, due assistenti e un segretario. Gli atti dell'inchiesta riempiono 376 raccoglitori e l'atto d'accusa è lungo 355 pagine.

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