Sotto la lente le abitudini alimentari degli svizzeri (che mangiano sempre meno). Ma anche la loro condizione sociale in rapporto a sovrappeso e obesità
BERNA - Quanto sono cambiate le abitudini alimentari degli svizzeri in soli dieci anni? Non poco. La prima Rassegna sulla nutrizione in Svizzera - redatta dalla Confederazione - ha rivelato una vera e propria trasformazione a tavola in un periodo, quello preso in esame, piuttosto breve e che va dal 2007 al 2016.
È emerso così che, anche se il consumo complessivo di cibo è aumentato, a causa dell’aumento della popolazione, in realtà mangiamo di meno.
Sempre più salutisti - Uno dei cambiamenti più evidenti rivelati dallo studio è la naturale tendenza degli svizzeri verso un'alimentazione percepita come «più sana». Un nuova dieta che la Rassegna definisce «di tendenza» sospinta da «una forte presenza mediatica» di cibi salutari/salutisti, vegani e dei cosiddetti "superfood".
Pollo e... quinoa - Meno carni rosse - Soprattutto di maiale (anche se resta la più consumata) - e un'aumento invece del consumo di quelle bianche come il pollame. Ma non solo: anche più legumi come lenticchie, ceci, anacardi e uno sconvolgimento fra i cereali, con l'ascesa del farro, della spelta e della quinoa: la cui importazione è quintuplicata dal 2012 al 2016.
“Riso all’arsenico", un rischio - Lo studio ha evidenziato anche l'aumento del consumo di riso. Nel 1986 il consumo quotidiano medio era di 10,7 grammi. Trent’anni dopo è quasi triplicato, attestandosi a 29,5 grammi al giorno.
Insomma «ne mangiamo quotidianamente e in grandi quantità» fanno notare gli studiosi che hanno voluto valutare l’esposizione alimentare all’arsenico della popolazione svizzera, sostanza presente nel riso e nei prodotti a base di riso. L’arsenico, ricordiamo, rappresenta un rischio per la salute. L’esposizione cronica a dosi elevate di arsenico può portare a tumori della pelle ma anche ai polmoni, fegato e apparato urinario così come a disturbi cardiovascolari e gravi lesioni cutanee.
Ebbene secondo lo studio i «consumatori italofoni presentano la maggiore esposizione all’arsenico» abituati come siamo a consumare più riso rispetto al resto della Svizzera. Tuttavia «l’esposizione all’arsenico della popolazione svizzera adulta dovuta al consumo di riso e di prodotti derivati può essere considerata debole, se non addirittura trascurabile. Infatti, i valori di esposizione dei differenti gruppi studiati sono inferiori ai valori tossicologici di riferimento. Per contro, l’esposizione dei bambini in tenera età non può essere considerata debole. A causa dell’elevato rapporto tra cibo ingerito e peso corporeo, la loro esposizione all’arsenico è tendenzialmente più elevata che quella degli adulti».
Latte e formaggi - Sono i giovani (18-34 anni) a bere maggiormente latte. Meno tra gli anziani (65-75) che preferiscono puntare sugli yogurt. Il consumo di formaggio rimane stabile a tutte le età. Negli ultimi 25 anni (1990-2015) il consumo di latte e latticini è rimasto uguale in termini di equivalenti latte, ma è cambiato in termini di preferenze. Per esempio il consumo di latte fresco è nettamente diminuito (da 106 a 59 kg pro capite all’anno) mentre è aumentato quello di alimenti come il formaggio o le bevande a base di latte. Gli studiosi fanno notare che «le persone che non bevono latte o non mangiano latticini devono essere consapevoli che ciò riduce la loro assunzione di iodio, ed è importante che prendano in considerazione altre fonti di questo oligoelemento come il pesce di mare, le uova o il pane».
Sua "maestà" l'avocado - Fra le nuove tendenze nella frutta l'avocado, vero e proprio "prezzemolino" del quale non si riesce più a fare a meno, che trascina verso l'alto tutta la frutta tropicale. Seguono nella crescita i frutti a bacca (fragole, lamponi e mirtilli). Perdono invece punti (oppure stagnano) l'uva e persino le arance.
Meno alcol per tutti - E, per la salute, si beve anche meno. Il rapporto della Confederazione, infatti, evidenzia un «costante calo» del consumo di vino, birra e acquavite. Giù anche i superalcolici, ne beviamo quasi il 15% in meno rispetto al 2007.
Colazione? Quando capita - Lo studio indica a seguire lo scarso rapporto con quello che viene comunemente definito il pasto più importante della giornata. Vi è infatti un’alta percentuale di persone che non consumano regolarmente la colazione nella popolazione adulta che vive in Svizzera (34,8%). Una percentuale, questa, superiore a quelle riportate per la popolazione americana adulta.
Sovrappeso, obeso o normpopeso? - Lo stile di vita a tavola e la condizione sociale vengono inoltre messi in relazione per vedere in cosa si distinguono le persone in sovrappeso rispetto a quelle sovrappeso.
Ciò che ne è emerso non sorprende: le donne sono meno in sovrappeso (19%) o obese (11%) rispetto agli uomini (41% e 14%). Le persone in sovrappeso o obese sono più spesso sposate e lavorano più ore alla settimana rispetto alle persone in normopeso (che in media hanno un più alto livello di formazione), nonostante guadagnino di meno.