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BERNAGli psicoterapeuti scrivono a Berset: «Che finisca la discriminazione»

23.11.18 - 16:21
Consegnate 3658 lettere in cui si richiede il riconoscimento della professione nell’assicurazione di base
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Gli psicoterapeuti scrivono a Berset: «Che finisca la discriminazione»
Consegnate 3658 lettere in cui si richiede il riconoscimento della professione nell’assicurazione di base

BERNA - C’è posta per Alain Berset. Oggi a Berna gli psicoterapeuti psicologi hanno consegnato al Ministro della Sanità 3658 lettere in cui si richiede il riconoscimento della loro professione nell’assicurazione di base.

Nella realtà dell’assicurazione di base, infatti, la figura dello psocoterapeuta viene considerata personale ausiliario.

«L’attuale sistema della delegazione è indegno – era stato pensato come una soluzione di transizione temporanea», ha detto Yvik Adler, co-presidente della Federazione Svizzera delle Psicologhe e degli Psicologi (FSP), in occasione dell’iniziativa davanti al Ministero degli Interni. La legge che disciplina la formazione delle psicologhe e degli psicologi è in vigore dal 2013. «Ma la nostra categoria professionale continua a non essere riconosciuta. L’assicurazione di base paga il nostro servizio solo se viene effettuato sotto controllo medico».

Le tre associazioni di categoria FSP, ASP e SBAP, che hanno organizzato questa iniziativa di raccolta di lettere, chiedono pertanto ormai da tempo di cambiare il modello della delegazione nel modello della prescrizione. «Condizioni eque di lavoro assicurano anche una buona qualità del trattamento», ha aggiunto Gabriela Rüttimann, presidente dell’Associazione Svizzera delle Psicoterapeute e degli Psicoterapeuti (ASP). La categoria è pronta a garantire l’assistenza psicoterapeutica, ha assicurato Christoph Adrian Schneider, presidente dell’Associazione professionale svizzera della psicologia applicata (SBAP): «Non può essere che sempre più medici stranieri debbano compensare i problemi di carenza di giovani psichiatri quando avremmo a disposizione professionisti a sufficienza, dotati della migliore formazione».

Il sistema di delegazione attuale non peserebbe però solo su chi fornisce il servizio, secondo Stephan Wenger, co-presidente della FSP: «Il sistema attuale crea grandi ostacoli nell’accesso all’assistenza per i malati psichici. Questo determina tempi di attesa lunghissimi, un fattore fatale per il decorso della malattia». Il consigliere federale ha il dovere di abbattere questi ostacoli, invoca Wenger: «Domani inizieremo una petizione per mettere fine all’attesa e alla pena».

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