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SVIZZERAProcesso a UBS: la Francia chiede 1,6 miliardi di euro

07.11.18 - 16:19
Il risarcimento sarebbe volto a «sanzionare un vasto sistema di frode e riciclaggio di denaro»
Keystone
Processo a UBS: la Francia chiede 1,6 miliardi di euro
Il risarcimento sarebbe volto a «sanzionare un vasto sistema di frode e riciclaggio di denaro»

PARIGI - Lo Stato francese, parte civile nel processo del gigante bancario UBS a Parigi, ha chiesto oggi un «risarcimento di 1,6 miliardi di euro», pari a circa 1,8 miliardi di franchi, per sanzionare un vasto "sistema di frode e riciclaggio di denaro".

«Sistema di frode e riciclaggio» - L'avvocato dello Stato, Xavier Normand-Bodard, ha denunciato «un sistema degno di Tartufo nel quale le banche pretendono di non sentire, non vedere e non sapere nel nome del segreto bancario».

Egli ha invitato il Tribunale correzionale di Parigi, dove si tiene il processo, a «pronunciarsi su un sistema di frode e riciclaggio di denaro praticato da troppi anni grazie alla compiacenza delle banche, ben pronte a chiudere gli occhi sulla situazione dei propri clienti nei loro paesi d'origine a patto che essi confidino loro degli averi (...) collocati in conti numerati o in trust, fondazioni ecc. basate alle Bahamas o a Jersey».

Multa salata - Rimproveri che UBS - accusata di essere andata a caccia di clienti in Francia fra il 2004 e il 2012 per convincerli ad aprire in Svizzera conti non dichiarati alle autorità tributarie - respinge fermamente. La maggiore banca elvetica rischia, se considerata colpevole, una multa che potrebbe arrivare sino alla metà del valore dei fondi in relazione ai quali sono avvenute le operazioni di riciclaggio, quindi a 5 miliardi di euro.

Concretamente, la casa madre deve rispondere di fornitura illecita di servizi finanziari a domicilio ("démarchage") e di riciclaggio aggravato del provento di frode fiscale. La filiale francese, dal canto suo, è accusata di complicità nei medesimi delitti.

La difesa dei banchieri - I banchieri svizzeri hanno ripetuto all'infinito che non erano a conoscenza dei conti non dichiarati di clienti francesi argomentando che la legge non imponeva loro di accertare la regolarità della situazione fiscale dei propri clienti nei loro paesi.

Normand-Bodard ha ricordato che «in data 30 settembre 2015, 3'983 contribuenti francesi (con conti presso UBS) avevano inoltrato dichiarazioni rettificate per un totale di 3,7 miliardi di euro» alla cellula di regolarizzazione aperta a Bercy. Il fatto di rivolgersi a tale organo «è evidentemente il riconoscimento di ciò che si sarebbe dovuto dichiarare», ha affermato il legale.

Inoltre, il fatto che UBS sostenga di effettuare un prelievo alla fonte sugli interessi generati da tali conti - e lo versi al fisco francese - «non esclude la possibilità di perseguimenti per riciclaggio del provento di frode fiscale».

«Questo sistema di riciclaggio dura da anni. Cambierà con gli accordi internazionali di scambio automatico di informazioni. Ma - ha insistito - questo cambiamento non è sinonimo di amnistia. Bisogna rendere conto delle pratiche esercitate».

Il processo è iniziato l'8 ottobre e dovrebbe durare fino al 15 novembre. Le requisitorie sono attese per domani.

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