Lo scontro sull'Iniziativa per l'autodeterminazione rimane aperto. Il 53% degli svizzeri continua a respingerla
BERNA - La guerra combattuta a colpi di manifesti è aperta: mentre l’UDC fa campagna invocando un “sì” alla democrazia diretta, gli oppositori mettono in guardia su un’Iniziativa per l’autodeterminazione che definiscono una «trappola». Stando a quanto emerge dal secondo sondaggio Tamedia, tuttavia, le due campagne milionarie sembrano neutralizzarsi.
Dal primo rilevamento di inizio ottobre, infatti, nessuno dei due campi è avanzato in maniera decisiva. Il 53% degli aventi diritto continua a respingere la proposta mentre il 44% è pronto a dire “sì” al testo su cui ci esprimeremo il 25 novembre prossimo.
Guardando alle appartenenze politiche, l’87% degli elettori dell’UDC vuole che la Costituzione federale prevalga sul diritto internazionale, eccetto nel caso di disposizioni obbligatorie come il divieto di tortura. Al contrario, la maggioranza dei sostenitori degli altri partiti maggiori respinge il progetto. Il sostegno maggiore all’Iniziativa al di fuori dell’UDC si trova tra i liberali (37% di “sì”). Solo il 12% dei socialisti, invece, la supporta.
La maggioranza dei favorevoli al testo è convinta che l’attuazione delle decisioni popolari sia centrale per il funzionamento della nostra democrazia. Molti oppositori temono invece che l’iniziativa porti in alcuni casi alla denuncia di accordi che sono nell’interesse della Svizzera.
Agitazione tra gli oppositori - I risultati del sondaggio preoccupano Laura Zimmermann, co-presidente di Operazione Libero: «La campagna all’acqua di rose dell’UDC funziona, la corsa rimane aperta», afferma. E accusa: l’UDC minimizza le conseguenze dell’iniziativa e non ha neanche il coraggio di mettere il suo logo sui manifesti. Il titolo innocente del progetto, poi, spinge la gente che non si è informata particolarmente sul tema a un “sì”, lamenta la responsabile. «In queste ultime quattro settimane noi oppositori dobbiamo mostrare che l’iniziativa è un attacco alla separazione dei poteri - sottolinea Zimmermann -. All’estero la Svizzera sarebbe vista come un partner inaffidabile». Un “sì”, conclude, determinerebbe un’enorme insicurezza.
«Improvvisamente siamo diventati troppo gentili» - «Si voterà il 25 novembre, ma la gente sta notando che gli oppositori esagerano alla grande con i loro argomenti», sostiene il direttore della campagna a favore del “sì”, il consigliere nazionale democentrista Thomas Matter. Matter fa notare come in passato si sia accusato l’UDC di utilizzare manifesti populisti e sconvenienti: «E adesso improvvisamente siamo diventati troppo gentili», commenta. Questo, secondo lui, dimostrerebbe che gli oppositori non hanno argomenti. Essere per l’autodeterminazione non significa essere di destra o di sinistra, aggiunge.
Per quanto riguarda l’insicurezza del diritto, infine, a provocarla sarebbe il fato che regolarmente non si rispetta il diritto svizzero per conformarsi al diritto internazionale. I cittadini dovrebbero chiedersi se vogliono davvero perdere i loro poteri e se vogliono che il diritto di voto sia limitato dagli accordi internazionali: «Continueremo a lottare fino alla votazione», assicura Matter.
Maggioranza risicata per l’Iniziativa per le vacche con le corna - La situazione è sul filo di lana per la seconda iniziativa in votazione il 25 novembre, quella per le vacche con le corna. A sostenerla si delinea infatti una maggioranza risicata del 51%. Secondo i sostenitori, l’argomento più importante in favore della proposta è che la decornazione di vitelli e capre equivale a un maltrattamento degli animali. Gli oppositori citano invece più spesso l’inutilità delle sovvenzioni previste per gli allevatori come motivo per votare contro.
Il sondaggio mostra come l’Iniziativa per le vacche con le corna raccolga più consensi tra le donne. I giovani tra i 18 e i 34 anni, inoltre, risultano più scettici degli anziani. A sostenere il progetto sono la maggioranza degli elettori del PS e dei Verdi, ma anche di quelli dell’UDC. Il 54% di questi ultimi, in particolare, è pronto a votare “sì”.
Sorveglianza degli assicurati col vento in poppa - Sono in netto vantaggio i sostenitori della legge sulla sorveglianza degli assicurati. Il 68% la sostiene mentre il 30% la respinge. Il 2% rimane indeciso. Rispetto all’ultima rilevazione nessuno dei due fronti ha guadagnato terreno.
I sostenitori dei partiti borghesi approvano a netta maggioranza la proposta di sorvegliare in segreto i beneficiari di assicurazioni sociali e di rendite invalidità. Rimangono invece piuttosto scettici gli elettori dei Verdi e del PS: rispettivamente il 58% e il 60% di loro respinge la proposta.
Riguardo al sondaggio - 13’630 persone provenienti da tutta la Svizzera hanno preso parte al secondo sondaggio online di Tamedia sui temi in votazione il 25 novembre prossimo, che è stato condotto tra il 25 e il 26 ottobre. L’inchiesta è stata elaborata in collaborazione con la LeeWas GmbH dei politologi Lucas Leemann e Fabio Wasserfallen, che hanno ponderato il risultati sulla base di variabili demografiche, geografiche e politiche. Il margine di errore si attesta all’1,4%