La vicenda di una ristoratrice di Busswil e della sua battaglia per una maggior tolleranza verso gli esercizi pubblici
BUSSWIL - Bernadette Ackermann, 51 anni, gestisce con successo il ristorante Sonne di Busswil (TG) da quasi un quarto di secolo. Tuttavia, l'oste andrà presto in prigione - almeno per un giorno - proprio a causa della sua professione.
Il suo locale è infatti stato multato per disturbo della quiete pubblica, ma la donna ha assicurato al “Blick” che non pagherà: «Voglio dare un segnale chiaro, per una maggiore tolleranza».
Durante l’estate le visite della Polizia a questo proposito si sono fatte sempre più frequenti, tanto da essere considerati - ironicamente, ma nemmeno troppo - degli habitués dell’esercizio pubblico. «Una sera - racconta la donna - c’era un tavolo all’esterno con 4-5 ospiti che stavano semplicemente parlando dopo le 22. La polizia è arrivata e li ha allontanati, nonostante il ristorante possa rimanere aperto fino a mezzanotte».
Presa di mira - Ciò che ha fatto più arrabbiare Bernadette Ackermann è però quanto accaduto la sera del 19 luglio, in cui la donna aveva organizzato una piccola festa per il compleanno del compagno. «Alle 22.36 la polizia è arrivata una prima volta, alle 23.38 una seconda volta, con tre agenti. Era l'unica sera dell'anno in cui abbiamo fatto una festa ed era assolutamente tranquilla, ci posso mettere la mano nel fuoco», rassicura, discolpandosi, la 51enne.
Per l'intervento di quella sera la polizia le ha dato 100 franchi di multa o, in alternativa, un giorno di pena detentiva. E la donna sembra propendere per questa seconda sanzione: «Non pago una multa simile, piuttosto preferisco andare in prigione!»
«I vicini sono dei codardi» - Bernadette Ackermann non sa nemmeno chi sia stato a lamentarsi dei rumori. Suppone che sia un inquilino dei diversi nuovi appartamenti costruiti vicino al ristorante, «ma alla polizia non è permesso dirmelo». Ed è anche per questo che ha deciso di protestare: «In passato la gente veniva a dirti che i rumori stavano dando fastidio. Oggi ci si rivolge alla polizia. È da codardi! »
In nome di una maggior tolleranza verso la gastronomia, sarà dunque rinchiusa per 24 ore. Ora aspetta l'esecuzione della pena e aggiunge con un sorriso: «Quando verrà il momento, scriverò sulla porta il motivo per cui quel giorno il mio ristorante sarà chiuso».