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BERNAOltre mezzo milione l’anno, in Svizzera sono 14’000

25.10.18 - 10:32
L'unione sindacale chiede una ripartizione equa dei salari e punta il dito contro «l'errore» della politica salariale
Keystone
Oltre mezzo milione l’anno, in Svizzera sono 14’000
L'unione sindacale chiede una ripartizione equa dei salari e punta il dito contro «l'errore» della politica salariale

BERNA - La crescita economica deve andare a beneficio dei lavoratori. È quanto sostiene l'Unione sindacale svizzera (USS), secondo cui i contratti collettivi di lavoro (CCL), una previdenza adeguata e misure relative ai premi dell'assicurazione malattia rappresentano mezzi efficaci.

In un rapporto sulla ripartizione della ricchezza e del reddito, presentato oggi ai media a Berna, l'USS indica che nonostante la crisi finanziaria e l'apprezzamento del franco, è stato avviato un processo di recupero per i salari più bassi. Si è anche rilevato un aumento del numero di CCL.

La confederazione sindacale critica tuttavia la progressione sproporzionata dei salari elevati e molto elevati. Oggi la Svizzera conta circa 14'000 persone che percepiscono una retribuzione annuale superiore al mezzo milione di franchi. Negli anni '60 erano solo 3'000.

La politica salariale è stata un errore - Il divario a livello di ricchezza mondiale è enorme: l'1% della popolazione detiene il 42% (+6 punti negli ultimi dieci anni) della ricchezza mondiale totale. La Svizzera è saldamente in testa alla graduatoria globale.

L'onere dei premi dell'assicurazione malattia è un errore nella politica salariale, ritiene l'USS. Negli ultimi 20 anni i premi sono aumentati del 115%, mentre le riduzioni concesse solo del 32%.

«Negli ultimi quindici o vent'anni, la politica svizzera in materia di imposte e spese obbligatorie è stata concepita a favore delle classi privilegiate, mentre le famiglie a basse e medio reddito sono state molto più tassate», rileva la confederazione sindacale.

Limite ai premi - Nel 1996, quando è stata introdotta la nuova legge sull'assicurazione malattie, la richiesta della politica era che le famiglie non destinassero più dell'8% del loro budget ai premi. L'obiettivo è però ben lontano. Secondo l'USS, una soglia massima del 10% è più realistica.

La confederazione sindacale rimanda poi all'iniziativa del PPD, lanciata a metà ottobre, la quale chiede che la crescita dei costi sanitari - e quindi dei premi - non sia maggiore della progressione economica e salariale.

Il fattore più importante per un'equa distribuzione del reddito è l'evoluzione dei salari. Grazie a una crescita consolidata che prosegue dal 2016, la situazione attuale è ideale per avanzare negoziati in merito agli stipendi. Secondo l'USS, un buon reddito è fondamentale per garantire una previdenza adeguata.

Aumenti salariali fino al 2,5% - L'unione sindacale esige in particolare un aumento delle retribuzioni tra il 2 e il 2,5%, la 13esima per tutti, l'eliminazione delle discriminazioni salariali nei confronti delle donne e salari minimi migliori.

Dal suo punto di vista, la politica fiscale che favorisce stipendi elevati deve essere corretta. Servizi pubblici efficienti e abbordabili costituiscono anche un fattore decisivo in termini di politica salariale contro le diffuse ineguaglianze di reddito e di ricchezza.

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