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VALLESEEsistenza delle camere a gas messa in dubbio, nuova condanna per Berclaz

08.10.18 - 17:37
Il negazionista è stato sanzionato con 140 aliquote giornaliere (senza condizionale), senza multa. Era già stato condannato nel 1998 per propaganda razzista
Keystone
Esistenza delle camere a gas messa in dubbio, nuova condanna per Berclaz
Il negazionista è stato sanzionato con 140 aliquote giornaliere (senza condizionale), senza multa. Era già stato condannato nel 1998 per propaganda razzista

VALLESE - Nuova condanna per il negazionista vallesano René-Louis Berclaz: il tribunale di Sierre lo ha condannato a una pena pecuniaria di 140 aliquote giornaliere senza condizionale per aver messo in dubbio l'esistenza delle camere a gas naziste.

Il processo si è tenuto il 4 ottobre. Il pubblico ministero aveva chiesto 140 aliquote con la condizionale e 1000 franchi di multa per discriminazione razziale. Il giudice non ha concesso la condizionale ma ha rinunciato alla multa, ha detto oggi all'agenzia Keystone-ATS il magistrato, interpellato su una informazione pubblicata online dal giornale vallesano "Le Nouvelliste".

L'imputato, che può ora ricorrere al Tribunale cantonale, aveva sostenuto sul suo sito internet che le camere a gas sono «un punto controverso della storia della Seconda Guerra mondiale». Il giudice non ha gradito che Berclaz non abbia ritirato queste affermazioni dal sito, scrive "Le Nouvelliste".

René-Louis Berclaz, libraio attualmente in pensione, era già finito nel mirino della giustizia negli anni Novanta per aver distribuito libri negazionisti. Segretario dell'associazione revisionista "Vérité et justice" ("Verità e giustizia"), nel 1998 era stato condannato a quattro mesi di carcere con la condizionale per propaganda razzista.

Nel 2002 il Tribunale penale di Châtel-St-Denis (FR) lo aveva condannato a otto mesi, stavolta da scontare, poi ridotti a sei in seconda istanza nel giugno 2003, ma con l'aggiunta dei quattro mesi della una precedente condanna, nel frattempo revocati.

Berclaz si era però sottratto alla pena fuggendo nel settembre 2003 dalla sua abitazione di Châtel-St-Denis e rifugiandosi in Serbia. Colpito da un mandato di cattura internazionale, era poi rientrato in Svizzera nel novembre 2004 per scontare i dieci mesi dovuti. Nel marzo 2005 era stato condannato ad altri tre mesi da scontare, sempre per discriminazione razziale: anche in questo caso aveva messo in dubbio l'esistenza delle camere a gas.

 

 

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