I lavoratori accusano gli imprenditori di impedire il raggiungimento di qualsiasi accordo malgrado «le soluzioni siano a portata di mano». E lunedì prossimo in Ticino si sciopera
BERNA - Nella costruzione crescono le tensioni tra sindacati e padronato. Il contratto nazionale del settore, che scade alla fine dell'anno, e il mantenimento del pensionamento a 60 anni, sono al centro della diatriba, indicano oggi i sindacati Syna e Unia, annunciando azioni di protesta. La prima si terrà in Ticino tra una settimana.
I lavoratori della costruzione ne hanno abbastanza. In un comunicato stampa, accusano gli imprenditori di impedire il raggiungimento di qualsiasi accordo, malgrado il fatto «che le soluzioni siano a portata di mano».
In una conferenza stampa a Berna Syna e Unia ricordano che azioni di protesta saranno organizzate dalla metà di ottobre in tutta la Svizzera. La prima è prevista a sud delle Alpi il 15 ottobre, poi il giorno seguente a Ginevra. I lavoratori manifesteranno per il pensionamento a 60 anni, contro il dumping salariale e giornate di lavoro troppo lunghe.
«Da agosto si tengono negoziati per assicurare la perennità del pensionamento a 60 anni», ricordano i sindacati, secondo cui una soluzione è pronta. Questa contempla il mantenimento dei 60 anni per la fine del lavoro e il contributo dei lavori al risanamento delle pensioni in cambio di un aumento salariale.
Ma, aggiungono, la Società svizzera degli impresari costruttori (SSIC) è disposta ad accettare questa soluzione sono in caso di tagli nel contratto nazionale. «I muratori sono disgustati da questo ricatto», ha detto Nico Lutz, responsabile del settore costruzione presso Unia.