Il futuro dell'alimentazione passa dall'impronta ecologica di quello che mangiamo? C'è chi ne è convinto ma anche chi pensa che sia un po' troppo
ZURIGO - Forse non lo sapevate ma anche il cibo che mangiamo ogni giorno ha il suo impatto ambientale, e non è affatto trascurabile. «Un terzo dell'inquinamento atmosferico in Europa è causato dall'alimentazione», ha spiegato a 20 Minuten Manuel Klarmann il Ceo di Eaternity, azienda zurighese nata in seno al Poli di Zurigo.
La sua specialità? Calcolare le emissioni di CO2 degli alimenti, fornendo a ristoranti e aziende di catering la possibilità di realizzare dei menu eco-friendly. Un'opportunità anche per i clienti per capire quanto inquina quello che si vuole mangiare e... reagire di conseguenza. Sì, ma come si fa? «Il nostro software tiene conto di 50-60 step dalla produzione al trasporto fino alla stagionalità».
L'obiettivo è quello di seguire la Convenzione sul clima delle Nazioni Unite e ridurre le emissioni di gas serra di due terzi entro il 2050: «È un'asticella parecchio alta», continua Klarmann, «ma in questo modo tutti possono contribuire, anche partendo dal piatto».
E se segnalare l'impronta ecologica su piatti e prodotti diventasse obbligatorio? La proposta non piace all'Udc Christian Imark che parla «di ennesimo esempio di attivismo anti-CO2 e di inutile proibizionismo», ribadendo: «Mettiamoci il cuore in pace, la vita genera CO2, lambiccarsi con questi calcoli non fa altro che incrementare i costi.
E la Svizzera a livello globale conta meno di un millesimo». Non è d'accordo la co-presidentessa dei Giovani Verdi Maja Haus: «Non è questione di divieto o demonizzazione ma semplicemente di chiarezza. I fornitori locali svizzeri sanno bene da dove vengono i loro prodotti e non hanno problemi a dichiararlo, lo stesso non si può dire delle grandi aziende che spesso queste cose preferiscono nasconderle sotto al tappeto».
Due piatti sotto la lente:
Petto di pollo con riso lessato
Quantità di CO2 generata: 1'084 g, circa 7 km percorsi in automobile (la media è di circa 300 g ogni 2 km). Cosa incide sul totale? 50% il pollo (di produzione svizzera), 32% il riso (che viene dall'Asia), tutto il resto meno del 5%. A influire parecchio nell'impatto ambientale della carne di pollo è il tipo di mangime utilizzato. Per quanto riguarda il riso, invece, non è solo il trasporto che inquina ma anche l'uso del metano per la coltivazione.
Filetto di trota con risotto e spinaci
Quantità di CO2 generata: 2'340 g, sorprendentemente non è poi molto meno di un cheeseburger (va dai 2'850 g ai 3'100 g). Cosa incide sul totale? 85% il filetto di pesce (d'allevamento in Italia), 9% il risotto (anche questo dall'Italia), 6% gli spinaci. Il 60% dei gas generati dal pesce riguardano il mangime, il resto le feci e l'uso di carburante a scopo di trasporto e stoccaggio.