La canadese Sue aveva raccontato sui social la disavventura vissuta in Oman nel febbraio dello scorso anno e aveva lanciato un appello per trovare "Patrizia" e ringraziarla
ZURIGO - Le aveva salvato la vita un anno e mezzo fa in Oman, quando stava annegando. Ora, grazie all'aiuto dei social e dei media, ha ritrovato il suo «angelo svizzero» e ha potuto riabbracciarlo lo scorso venerdì, a Zurigo. È una storia a lieto fine quella della canadese Sue.
La 33enne il 10 agosto aveva postato un appello su Facebook in cui raccontava la disavventura che nel febbraio del 2017 le era quasi costata la vita. Durante un'escursione in Oman aveva rischiato di annegare nelle acque del Wadi Shab. Una donna l'aveva soccorsa, mettendole un braccio attorno al collo e portandola fuori dalla grotta. «Tutto quello che so è che si chiama Patrizia ed è originaria della Svizzera» scriveva Sue nel suo lungo post, annunciando che sarebbe stata di passaggio in Svizzera nella settimana del 20 agosto.
Per ritrovare il suo «angelo svizzero» la donna si era affidata ai social, chiedendo anche l'aiuto dei media. E il suo desiderio è stato realizzato: venerdì Sue e Patrizia si sono incontrate a Zurigo. «Mi ha scritto su Facebook lunedì - racconta la canadese a 20 minutes -. Un suo amico aveva letto l'articolo e gliel'aveva inoltrato».
Patrizia è una 33enne del canton Argovia. «Ho subito riconosciuto la sua voce, il suo accento, la forma degli occhi che quel giorno mi hanno salvata. Ci siamo abbracciate. Non riuscivo a smettere di dirle "Non posso credere di averti trovata"».
Le due donne hanno trascorso insieme l'intera giornata. «Non credevo di avere avuto un impatto così forte nella vita di Sue» ha ammesso Patrizia al Blick. Scavando più a fondo, Sue e Patrizia hanno scoperto che le loro vite si sono incrociate in Oman un anno e mezzo fa, ma i loro destini sono legati da molto più tempo: sono infatti nate - seppure in due parti del mondo opposte - lo stesso giorno, mese e anno.