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ZURIGOLa pubblicità di un centro fitness: «Allenati senza hijab»

24.08.18 - 22:07
Alla stazione centrale sta facendo discutere. Ma la palestra si difende: «Non è solo per quelle di religione musulmana, offriamo a tutte le donne di allenarsi in locali senza uomini»
Foto lettore 20 Minuten
La pubblicità di un centro fitness: «Allenati senza hijab»
Alla stazione centrale sta facendo discutere. Ma la palestra si difende: «Non è solo per quelle di religione musulmana, offriamo a tutte le donne di allenarsi in locali senza uomini»

ZURIGO - Alla stazione centrale di Zurigo è comparso un cartellone pubblicitario che sta facendo discutere. È di un centro fitness, ma anziché le solite spalle muscolose o gli addominali scolpiti, ritrae una donna che indossa il velo. «Sii più forte» e «allenati senza hijab» sono alcuni degli slogan che vengono proposti.

«È un affronto - è il commento indignato di un lettore di 20 Minuten -. Non ha nulla a che vedere con l’integrazione». L’uomo lamenta il fatto che la palestra abbia creato un’”offerta speciale” rivolta solo a una parte della popolazione, in questo caso alle donne musulmane, a cui viene proposto di allenarsi in locali separati.

La palestra, però, si difende: «L’obiettivo non era di puntare unicamente a chi è di religione musulmana, ma attirare le donne in generale. Offriamo loro una stanza in cui potersi allenare senza la presenza degli uomini». E aggiunge: «Anche chi ha altre culture e religioni ha il diritto di tenersi in forma e seguire le proprie passioni. È triste vedere come tolleranza e accettazione siano due valori sempre più rari».

Thomas Kessler, esperto di integrazione, non trova in alcun modo che la pubblicità possa “offendere” qualcuno: «L’unica cosa che contesto è che è stata affissa alla stazione centrale. Forse avrei scelto un altro luogo più frequentato dagli stranieri. Secondo me, comunque l’intenzione era farsi notare e provocare».

Non è dello stesso avviso un’altra esperta d’integrazione, Riza Demaj: «Questo annuncio è inutile. Se in Svizzera sosteniamo questo tipo di offerte, incoraggiamo le donne a nascondersi». E sottolineando anche come sempre meno ragazze di religione musulmana partecipino all’ora di educazione fisica a scuola, conclude: «Tutto questo dove ci porta? L’integrazione non è solo parlare la lingua del posto, ma riguarda i valori e le regole della società».

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